Genova. Sono oltre 5 mila gli esuberi annunciati dal gruppo AncelorMittal-Marcegaglia che tra due giorni sarà ufficializzato come vincitore della gara per l’acquisizione degli impianti Ilva. La notizia fa tremare i 14.200 dipendenti degli impianti tra Taranto, Genova e Novi ligure e fa infuriare i sindacati a cui il ministero dello sviluppo economico ha dato altre 48 ore di riflessione e fissato un nuovo incontro per giovedì per dare il parare definitivo.
All’incontro oltre ai sindacati nazionali hanno partecipato anche delegazioni dei vari stabilimenti: “Un’ora e mezzo di incontro dal clima pesante e dai volti bui – racconta il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – dove l’articolazione territoriale degli esuberi non è stata dettagliata, ma con il ministro che di fronte alla domanda specifica sull’accordo di programma di Genova ha detto di non essere in grado di dire nulla”.
Sui dettagli del piano industriale i sindacati nelle prossime ore riceveranno delle slide per progetto ma il sostanza la cordata Ancelor-Mittal-Marcegaglia prenderà subito 9.400 dipendenti sugli attuali 14.200 ma dopo sei anni vorrebbe far uscire dall’azienda un altro migliaio di persone.
“La proposta di Jindal non è in fondo molto diversa – dice Manganaro – e il governo ci ha fatto capire se se tagliamo un po’ il costo del lavoro in sede di trattativa sindacale i numeri potrebbero salire un pochino, ma per noi nessun esubero è accettabile e l’accordo di programma resta valida. Da lunedì, se questa situazione sarà confermata nell’incontro di dopodomani, torneremo in piazza per difendere i posti di lavoro”.
“Si è cominciato nel modo peggiore – commenta Alessandro Vella, segretario Fim Cisl – perché certamente non ci aspettavano questi numeri anche se la trattativa sindacale comincerà solo dopo l’assegnazione della gara. Ora aspettiamo l’incontro di giovedì, ma siamo fortemente preoccupati e pronti a difendere i posti di lavoro a Genova”.