Genova. Am Investco si è aggiudicato la gara per l’Ilva. La cordata formata da ArcelorMittal, Marcegaglia e Intesa Sanpaolo, nella «classifica aggiudicataria» che sarà ufficializzata nel pomeriggio da Ilva, precede la concorrente AcciaItalia, guidata dagli indiani di Jindal e di cui fanno parte Cdp, Arvedi e Del Vecchio.
La classifica è stata definita per prezzo, progetto industriale e programma di risanamento ambientale. Am Investco avrebbe offerto 1,8 miliardi, molto più di AcciaItalia, anche se con meno investimenti. L’altra cordata offriva 1,2 miliardi. “Ma non si tratta ancora dell’aggiudicazione ufficiale che spetta al Governo – spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – e che potrebbe anche dover tener conto del parere dell’Antitrust”.
A inizio maggio infatti l’antitrust attraverso una lettera aveva fatto capire che sulla gara per l’acquisizione degli impianti dell’Ilva era in corso un’indagine sul mancato rispetto dei limiti di produzione di acciaio in Europa (il limite è del 40% in mano a uno stesso soggetto). “E’ evidente che l’indagine riguarda Mittal – spiega Manganaro visto che Jindal in Europa non produce”. Anche l’advisor era intervenuto suggerendo ai due ‘concorrenti’ una proroga concordata di un anno, ma il rifiuto di Jindal ha di fatto costretto i commissari ad andare avanti con la gara.
E ora? “Lo scenario resta incerto perché dopo la proclamazione ufficiale il ministero dell’Ambiente ha 30 giorni di tempo per dare il suo parere e altrettanti ne avrà poi lo stesso Antitrust, senza contare che il ricorso del gruppo Jindal-DelVecchio-Arvedi-Cdp è praticamente scontato”. In tutto questo resta il nodo dell’occupazione: “Per noi cambia poco – dice Manganaro – visto che entrambi i gruppi hanno previsto esuberi ma tutti devono rimanere dentro l’Ilva”.
Martedì alle 12 intanto prima della proclamazione ufficiale del vincitore il governo incontrerà i sindacati