La polemica

Genova 2017, pronta ad esplodere la ‘guerra’ dei cartelloni: tra ritardatari e manifesti abusivi

C'è chi ancora non si è mosso e chi ricopre gli spazi altrui o quelli non assegnati. Ma i furbetti rischiano 'sanzioni'

Genova. Meno diciotto giorni alle elezioni amministrative e mentre la campagna elettorale resta sonnacchiosa è pronta a scoppiare la guerra dei cartelloni. Quali? Quelli predisposti per legge dal Comune per la pubblicità elettorale gratuita nei diversi municipi. A dire il vero quelli affissi al momento sono ancora pochini (le strisce con l’indicazione del partito sono state messe solo da 48 ore e i partiti fanno affidamento ormai più al volontariato che alle ditte specializzate) ma le polemiche sono già cominciate.

I cartelloni, infatti, in formato 100×200, sono “intestati” ai diversi partiti sulla base dei sorteggi effettuati dall’Ufficio Centrale Circoscrizionale e dall’Ufficio Elettorale Regionale presso la Corte d’Appello, ma non tutti rispettano le regole ed è facile ritrovare sugli spazi di un partito i manifesti di un candidato avversario.

I più indisciplinati? Al momento sono indubbiamente Campanella di Fratelli d’Italia che ha attaccato i manifesti ovunque abbia trovato spazi nella circoscrizione Centro Est e, in perfetta, par condicio, Genova Cambia che a Carignano ha occupato anche gli spazi di Chiamami Genova e del M5S.

“Così come sono posizionati quei manifesti sono abusivi – fa notare Giampaolo Malatesta candidato di Chiamami Genova e membro della commissione elettorale – ma questo tipo di problema si autorisolverà quando la lista autorizzata a posizionarsi sullo cartellone incollerà i manifesti sopra quelli della lista abusiva”.

Manifesti abusivi

Altra questione, come si vede dalla foto qui sopra, riguarda gli spazi non assegnati ad alcuna lista: “Ad ogni competizione elettorale vengono posizionati dal Comune più cartelloni rispetto alle liste in modo da non correre il rischio di lasciar fuori qualcuno – spiega Malatesta – però poi non essendo spazi assegnati i più ‘furbi’ se ne appropriano attaccando manifesti dove non potrebbero”.

La soluzione? “Fin dalle scorse competizioni elettorali avevo provato a chiedere alla Prefettura che quegli spazi non assegnati fossero utilizzati per comunicazioni istituzionali sulle elezioni ma non abbiamo mai ricevuto risposte”.

L’alternativa sarebbe che venissero proprio tolti ma pare che la ditta appaltatrice per rimuoverli abbia fatto un preventivo da 2900 euro: troppo per le casse di Tursi. Per evitare abusi (che ai furbetti fra l’altro costano, in caso di controlli, circa 100 euro a manifesto), la richiesta è comune che sul cartelloni non assegnati vengano incollati dei divieti.

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