Decreto madia

Cnr, anche a Genova la protesta dei ricercatori precari: “Stabilizzate anche noi”

"Gli effetti positivi del decreto Madia potrebbero dimostrarsi nulli, dall'Ente scarsa sensibilità nei confronti dei precari"

Genova. I lavoratori precari del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) stanno manifestando in tutta Italia per la stabilizzazione, data l’imminente approvazione della “riforma Madia”. E anche a Genova, hanno voluto far sentire la loro voce.

I precari del CNR (lavoratori a tempo determinato e atipici, assegnisti e Co.co.co.) sono infatti preoccupati per il futuro. Il decreto, dopo tanti anni, offre sì la possibilità di iniziare un percorso di stabilizzazione nella pubblica amministrazione. “Tuttavia – spiega il gruppo di lavoratori genovesi – nel caso del Cnr, la sua reale applicazione non sembra attuabile rendendo vane le speranze dei precari degli enti pubblici di ricerca. Gli effetti positivi del processo di stabilizzazione potrebbero dimostrarsi insufficienti o addirittura nulli poiché i vertici dell’Ente hanno dimostrato finora, e continuano a dimostrare, una scarsa sensibilità nei confronti del loro precariato”. E anzi, in questo modo “sarebbero escluse a priori la maggior parte delle persone che per anni (tanti) hanno lavorato in nome e per conto dell’Ente con contratti dal rinnovo sempre incerto”.

L’apparente insufficiente disponibilità finanziaria resta il pretesto utilizzato dall’amministrazione centrale per una mancata stabilizzazione – sottolineano – ma vogliamo ricordare alle istituzioni che siamo un investimento per l’Italia e non una spesa”.

I ricercatori chiedono quindi che con l’attuazione del “decreto Madia” si miri alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari, subordinati e para-subordinati che, da almeno tre anni, abbiano un contratto col Cnr.

Altrimenti “In assenza di ulteriori finanziamenti la ricerca pubblica italiana morirà”.

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.