Genova. “Non vogliamo sovrapporre gli sforzi, dedicandoci fino all’ultimo al nostro ruolo di consiglieri. Uno scrupolo che non è molto popolare tra i molti che da giorni di spendono in propaganda, lavorando per se stessi e non per Genova”. Paolo Putti, candidato sindaco per la lista “chiamami Genova” annuncia così la decisione di fare la presentazione del programma della lista dopo la discussione del bilancio e la vertenza Amiu.
“L’integrazione del programma con le proposte e le suggestioni raccolte durante il tour dei municipi è in fase di ultimazione da parte dello staff – spiegano in una nota – ma programma, Carta dei Valori, lista dei candidati e agenda saranno presentati nei giorni appena successivi alla chiusura della vertenza Amiu, legata alla approvazione del bilancio del Comune di Genova.
L’importanza di questo passaggio, fondamentale per il presente e il futuro dei lavoratori Amiu, ma anche per la progettualità della Genova di domani, impone un presidio tenace – dichiara Paolo Putti – Non vogliamo sovrapporre gli sforzi, dedicandoci fino all’ultimo al nostro ruolo di consiglieri, anche a costo di “perdere” qualche giorno di una seppur importante campagna elettorale. Uno “scrupolo”, il nostro, che non vediamo molto popolare tra le fila dei molti che da giorni si stanno spendendo in propaganda, dimenticando il proprio ruolo, anche istituzionale, in un momento così delicato per la città, lavorando per se stessi e non per Genova”.
Una riflessione maturata da Paolo Putti e dallo staff della lista Chiamami Genova, che trova la sua naturale precipitazione proprio nel giorno in cui si festeggia il Lavoro: “Primo Maggio Festa del Lavoro, lavoro ogni giorno più precario, ogni giorno più scollegato dal salario, ogni giorno più distante dall’essere luogo dove realizzare il proprio progetto di professionalità, ogni giorno meno utile per garantire una vita dignitosa. Ogni giorno più occasionale, e sempre più cosa altra dall’essere percorso formativo. Ogni giorno sempre più usato come “ricatto”, contrapposto a salute, qualità della vita e tutela dei territori.
Troppo spesso ancora luogo di discriminazione di genere e di negazione delle identità – sottolinea Putti – Oggi, come mai in passato, il lavoro è immagine vera e feroce di come la persona sia uscita dalla centralità sociale, tenuta lontana dall’essere fulcro della collettività, sostituita dall’economia, dallo spread, dalla parità di bilancio. Bisogna restituire dignità, importanza, centralità e cura alla persona e bisogna farlo a partire dal Lavoro. Oggi e domani”.