Genova. “Quando perdi, non perdere la lezione”, il nobile pensiero del Dalai Lama (un chiaro invito a trarre proficui insegnamenti dalle sconfitte) sembra essere uno dei dogmi, che hanno forgiato il mister del Campomorone, Marco Pirovano, che inizia così la nostra chiacchierata:
“Nella mia lunga carriera, per fortuna, ci sono stati tanti momenti positivi e vincenti, ma è stato grazie alla capacità di metabolizzare le sconfitte, che ho plasmato il mio carattere e sono cresciuto come tecnico, nella convinzione che per riuscire a vincere, bisogna saper perdere”.
Pirovano ha, senza ombra di dubbio, un back ground ricco di esperienza, tanto che non sono stati pochi i presidenti, che lo hanno scelto per affidargli un progetto vincente.
“Non ho mai dato importanza alla categoria in cui andare ad allenare – afferma Marco – ma ho sempre preso in considerazione il tipo di idea calcistica, che la dirigenza intendeva portare avanti… ovvio che i presupposti vincenti piacciono a tutti e a questo contribuiscono in modo determinante i giocatori, nei confronti dei quali, poi, sta al tecnico dimostrarsi credibile nell’esposizione il suo credo calcistico. Non esistono messia di un nuovo calcio… piuttosto un mister, al di là della necessaria preparazione, deve essere dotato di buon senso, perché se non riesce ad ‘entrare’ nella testa dei suoi ragazzi, non arriva da nessuna parte”.
Idee chiare quelle di Marco Pirovano, alla vigilia del match di domenica prossima sul ‘Grondona’ di Pontedecimo, dove affronterà il temibile Serra Riccò, allenato da mister Nicola Spissu, con in palio l’ipotetica conquista dell’Eccellenza, dato che, poi, tutto dipenderà dall’eventuale permanenza in Serie D della Fezzanese.
Sentiamo cosa teme degli avversari…
“Il Serra Riccò è un’ottima compagine, allenata da un allenatore con i fiocchi… il mister polceverasco è stato un mio giocatore e come trainer mi assomiglia molto, per cui è presumibile che le due squadre si possano affrontare, giocando un calcio speculare e che la sfida sia pertanto decisa, da un colpo di genio di uno dei tanti ‘big’ delle due rose… E’ chiaro che il mio auspicio prevede che il match winner sia uno del Campomorone”
Insomma, l’intuizione di una giocata, talvolta vale quanto una vita piena di esperienza… e i mister intelligenti sanno riconoscerlo…