Genova. Ogni giorno sono circa 110 le persone presenti in Corso Quadrio che riescono a ricavare dalla vendita di oggetti cifre che variano da 5 ai 30 euro. Il 27% delle persone che hanno aderito al progetto partecipano meno di cinque volte al mese, il 37% dalle 6 alle 10 volte, e il 32% circa oltre dieci volte al mese. Dati che, se incrociati, portano a valuta ricavo massimo di 450 euro al mese, che rappresentano una fonte minima di sussistenza. La composizione delle persone che accedono al progetto vede il 7% di italiani, il 23% con carta di soggiorno, il 5,5% cittadini europei, il 22% con un permesso per protezione umanitaria. Cambia anche, radicalmente la provenienza della merce venduta. Se nel 2015 le persone mettevano in vendita oggetti che trovavano nella spazzatura, oggi l’82% dei partecipanti al progetto li recupera presso enti e associazioni e il 23% ritira piccoli oggetti in occasione di sgomberi di appartamenti.
Sono questi i numeri emersi da un questionario distribuito tra chi ha aderito al progetto “Chance”, l’area di libera vendita tra privati che ha permesso all’amministrazione comunale genovese di trovare una soluzione “legale” al mercatino abusivo che si era venuto a creare nell’area attorno a Palazzo San Giorgio.
Oggi, a Palazzo Ducale l’assessore alla sicurezza, Elena Fiorini, ha tracciato il bilancio dell’attività e ha reso noti i risultati e ha tracciato il bilancio dell’iniziativa. “E’ stato Importante affrontare temi complessi che possono essere anche oggetto di aspro dibattito politico non su base ideologica – ha spiegato – e sono profondamente convinta che da un lato sia il buonismo che il ruspismo non fossero la strada giusta. Il progetto ha costituito, e costituisce, una chance per centinaia di persone che ora si riuniscono, rispettando alcune regole base, e che sono coinvolti in percorsi di formazione e di ricerca di lavoro”.