No tav

Terzo Valico, gli attivisti incontrano il sindaco di Campomorone

corteo no tav no terzo valico 17 novembre 2012
Foto d'archivio

Campomorone “Avvalersi della facoltà di chiudere la Cava di Cravasco affinché sia sottoposta a serie ed approfondite indagini che chiariscano cosa vi è stato seppellito”. È’ questa la prima richiesta avanzata dai rappresentanti del comitato “valverdenotav” in una lettera aperta al sindaco di Campomorone, Paola Guidi, in vista dell’incontro che si terrà l’11 aprile.

I rappresentanti del movimento hanno , infatti, scritto al primo cittadino e alla giunta perché: “Le vicende giudiziarie che hanno investito il Terzo Valico, ed in particolare quelle riguardanti i cantieri siti sul nostro territorio – spiegano – sono di una gravità tale che rendono necessaria, a nostro avviso, una adeguata risposta da parte di chi questo territorio lo amministra”.

Gli attivisti, nel documento, ricordano, tra l’altro, anche alcuni passaggi degli interrogatori avvenuti a seguito degli arresti dei vertici di Co.Civ, a partire da quelli in cui Giampiero De Michelis, direttore del consorzio, Cociv parla di “Smarino rivenduto illegalmente come materiale inerte e di rocce amiantifere stoccate in cava a Cravasco contro ogni procedura prevista”.

“Tutto questo è accaduto nelle nostre strade, sulle nostre teste, nei nostri paesi – scrivono – sul Territorio che Lei, Signora Sindaca, ha l’onore di amministrare. Tutto cio’ mostra chiaramente come il nostro territorio sia stato consegnato a Co.civ, un consorzio che, oggi, viene definito dalla stessa Procura come un consorzio corrotto (non i singoli dirigenti, ma il Consorzio nella sua totalità). Oggi sono i fatti a dimostrare che Co.civ non era un interlocutore cosi’ serio e affidabile e che a nulla è servito il controllo esercitato da parte degli organismi a cui Lei accordava piena fiducia”.

“Ogni camion che passa, ogni opera di compensazione o accessoria che Lei e la Sua amministrazione avete patteggiato con Co.civ, ogni centimetro impiegato per la cantierizzazione e per la costruzione del Terzo Valico – concludono gli attivisti – sono doni fatti alla malavita e denari levati alle persone per servizi e pubblici e opere utili di cui hanno bisogno. La questione Terzo Valico, che ora è palese agli occhi di tutti, è il grande problema dei nostri territori, perché non si può parlare di benessere, vivibilità, diritti e quant’altro se una comunità e un territorio sono quotidianamente donati alla malavita”.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.