Pianeta verdestellato

Sestrese, parla il direttore sportivo Nino Bevilacquarisultati

La Sestrese è ad un passo dalla salvezza diretta

Nino Bevilacqua

Genova.  “La storia siamo noi… nessuno si senta offeso, siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo”… cantava così, anni addietro, Francesco De Gregori… versi che ci avvicinano a Nino Bevilacqua, il valente direttore sportivo della Fratellanza Sportiva Sestrese… davvero un pezzo di storia del calcio genovese.

Eh sì… perché Bevilacqua, una vita in verde-stellato, ha scritto nel giugno del ‘91, assieme ai compagni di squadra, un capitolo importante della Sestrese, ai tempi allenata da Gigi Bodi, vincendo la Coppa Italia Dilettanti, nella finale contro i calabresi del Castrovillari.

Questa la formazione della decisiva partita di ritorno (1-0, goal di Trentarossi): Motta, Puppo, Bevilacqua, Pesce, Podestà, Alessio, Mieli, Trentarossi, Prestia, Balboni, Pilleddu. A disposizione: Vallebona, Noris, Casagrande, Dolcino, Parodi, Palermo. Allenatore: Gigi Bodi.

“Che dire? Un ricordo indelebile… una vittoria che a distanza di anni, mi fa venire ancora i brividi”.

Ma torniamo al presente… la vittoria, in casa del Rivasamba, ha permesso alla Sestrese di portare a nove punti, il vantaggio sugli stessi calafati, focalizzando una posizione di classifica che, ad oggi, garantirebbe la salvezza, senza passare attraverso le forche caudine dei play out. Possiamo quindi affermare che in caso di una possibile prossima vittoria sul Busalla, giochereste in Eccellenza, anche il prossimo campionato ?

“La vittoria di Sestri Levante ci ha fatto compiere un importante passo verso la salvezza, ma l’esperienza insegna che nel calcio può succedere di tutto. E’ peraltro indubbia la bontà della nostra situazione, rispetto a quella delle avversarie dirette… si tratta solo di compiere un ultimo sforzo, affrontando la squadra di Cannistrà, consci del fatto che il Busalla ha disputato una stagione coi fiocchi e non verrà, di certo, al ‘Piccardo’ per onore di firma”.

Avete costruito una rosa competitiva, che comprende un attaccante super (Battaglia, 22 reti realizzate) e giocatori di alto lignaggio, come capitan Tangredi, Mossetti, Merialdo… tanto per citarne alcuni, poi ci sono giovani di ottima prospettiva, come Liga… ma, allora, quali sono stati i motivi di un campionato così faticoso?

“Eravamo tutti convinti di aver allestito una compagine all’altezza… poi l’ improvviso addio di mister Podestà, che aveva legato molto con lo spogliatoio e che per noi era il tecnico giusto, adatto per portare avanti il discorso iniziato l’anno prima, ha disorientato lo spogliatoio. Sia chiaro che siamo contenti dell’operato di mister Pandiscia, che si è trovato catapultato all’improvviso nella gestione di una squadra da lui non amalgamata in estate e gioco forza, ha avuto bisogno di tempo, per trovar la quadratura del cerchio”.

In caso di salvezza, la vittoria della Coppa Italia, conseguita a spese del forte Moconesi avrebbe una risonanza maggiore… concordi?

La Coppa Italia vinta a Rapallo, dopo un percorso in cui la squadra ha messo sotto tutte le rivali, ha rappresentato il top della stagione, ma è chiaro che ora bisogna centrare il traguardo salvezza, per dare lustro a quel successo”.

Esistono i presupposti per tornare a vedere i verde-stellati nella lotta di vertice, con l’ambizione della Serie D come obiettivo?

“Il momento economico non è dei migliori. Sono rari e sporadici i casi di chi può permettersi di investire… Noi stiamo lavorando molto sul settore giovanile, perché crediamo che non si possa prescindere dalla cura del vivaio, se si vuole dare un futuro roseo e duraturo ad una società sana.

E la Sestrese è proprio questo, per nome, storia e blasone… quindi necessita di un progetto serio, che le consenta di rimanere saldamente ai vertici del calcio ligure. Per riuscirci servono strutture e management all’avanguardia, come ad esempio quello sanitario, diretto dal dott. Salvatore Cappadona (ndr, vice presidente, insieme a Mauro Medone). Insomma, stiamo lavorando per riportare la nostra società agli antichi fasti”.

Già, e allora chiudiamo con De Gregori. “La storia siamo noi… siamo noi che scriviamo le lettere… siamo noi che abbiamo tutto da vincere”…

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