Quarto polo al via

Pienone alla sala Cap, Putti lancia la lista ‘Chiamami Genova’: “Sarebbe stato irresponsabile non metterci la faccia”

Un paio di settimane per le liste con il contingentamento di chi proviene da partiti. Putti: "Un po' paura ce l'ho, ma Genova ha bisogno di essere ascoltata"

Genova. “Ho un po’ paura, ne ho avuta in questi giorni e ne avrò ancora nei prossimi ma di fronte alle tante persone che mi hanno chiesto di avere questo ruolo sarei stato irresponsabile a non metterci la faccia”. Paolo Putti è un po’ emozionato di fronte alla sala Cap stracolma nel trovarsi a dire infine quello che molti chiedevano.  Sarà lui, che nel 2012 come candidato del M5S sfiorò il ballottaggio con Doria, il candidato sindaco del quarto polo, che nasce ufficialmente oggi ed ha finalmente un nome: “Chiamami Genova”.

“Vogliamo raccogliere le esigenze, le paure e le speranze di questa città” dice Putti. “Continuo a pensare di essere una persona che ha bisogno di crescere e di imparare – spiega a giustificare ancora una volta il ritardo con cui si è messo in gioco – da un lato per una questione caratteriale dall’altro per quello che ho visto in questi cinque anni di attività amministrativa. Dalla mia posso mettere in campo la mia disponibilità a conoscere e capire. Crediamo davvero che la città abbia bisogno di essere ascoltata nella sua interezza, vogliamo provare a raccoglierla attorno tutti assieme”.

Intorno a Putti un’area molto eterogenea, da Genova in Comune e Rifondazione comunista (che ancora devono decidere come posizionarsi) agli ex piddini di Possibile e Sinistra italiana, a diversi fuoriusciti del M5S che nei mesi scorsi hanno seguito Putti, Muscarà, Burlando e De Pietro con Effetto Genova.

Accanto a lui, a condividere il percorso nato di fatto tra i corridoi e la sala rossa di Tursi ci sono i compagni di viaggio Mauro Muscarà e Stefano De Pietro. C’è Stefano Camisasso (che il movimento lo aveva lasciato da un bel po’ ma in questi mesi ha lavorato con Putti nelle retrovie), ci sono i consiglieri incontrati lungo la strada come Clizia Nicolella (lista Doria, ma che sulle privatizzazioni ha definitivamente rotto con il centrosinistra) e Giampaolo Malatesta. Ci sono (alla fine anche) Antonio Bruno e Gian Pastorino di Federazione della sinistra, pur ancora un po’ indecisi sul da farsi.  I Pastorino presenti a dire il vero sono bene quattro, oltre a Gian ci sono anche il deputato Luca (Possibile), il consigliere regionale Gianni (Sinistra Italiana) e l’ex assessore della giunta Vincenzi Bruno. Un record nella stessa sala ma soprattutto la misura di quanto sarà faticoso tenere tutti insieme fino alla fine. E anche dopo il ballottaggio, se andrà male: l’idea è infatti quella di far firmare ai candidati una carta dei valori in cui viene chiarito che al ballottaggio il Quarto polo non appoggerà il ‘miglior offerente’.

Per le liste definitive ci vorrà ancora tempo, saranno pronte dopo il 25 aprile: “Stabiliremo che la maggior parte dei candidati non dovrà provenire da partiti, compreso Effetto Genova” dice Putti sapendo che anche questo scatenerà molti malumori.

Il programma verrà scritto a partire dai tavoli di lavoro di questa sera, che non sono affatto una formalità: “Ho già visto qualcuno storcere il naso dicendo che dei tavoli non sapeva nulla – dice Putti – spero non si tratti di paura che le persone possano pensare e parlare”. Ma se il lavoro sarà lungo e difficile gli sguardi di fronte alla sala piena di persone diverse sono comunque quelli di chi pensa che il primo pezzo di cammino si è compiuto. Ed è difficile a questo punto fare passi indietro.

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