In una fase storica difficile, in cui la democrazia rischia di finire nelle mani delle forze populiste, come accaduto negli USA, occorre avere il coraggio di mettere in campo proposte nuove, forti, credibili. In grado di intercettare i bisogni e le speranze di un popolo che, non senza buone ragioni, ha perso fiducia nella vecchia politica. Occorre il coraggio di innovare il nostro modo di fare politica.
In Italia e in Francia, Renzi e Macron hanno saputo incarnare la speranza di un nuovo inizio per la politica che si ispira ai valori del centro-sinistra. Nel linguaggio, nei temi, nei volti. La battaglia è difficile. Ma è questa l’unica via possibile se vogliamo provare a prendere in mano le redini del futuro.
C’è un discrimine oggi, una linea sottile che separa la vittoria dalla sconfitta. Ed è nella capacità di essere davvero credibili come proposta di rottura e innovazione rispetto al passato. Senza questa credibilità, che si conquista sul campo, anche le migliori proposte non avranno le gambe per fare strada. Perché non conquisteranno le menti e i cuori dei cittadini.
In Francia Macron ha dichiarato: “Noi dobbiamo farci garanti del rinnovamento dei volti e delle pratiche”. È questa l’aspirazione che anima chi sostiene Matteo Renzi. È questo il nostro imperativo etico e politico oggi. A tutti i livelli.
La battaglia del rinnovamento oggi non si gioca solo al vertice. Si gioca su tutto il territorio. Si gioca soprattutto là dove i cittadini toccano con mano se il rinnovamento annunciato corrisponde a un rinnovamento di fatto. Renzi ha saputo innovare al vertice. Ora non possiamo più attendere: il rinnovamento va portato sul territorio.
Oggi le donne e gli uomini che lavorano sul territorio devono essere i garanti del reale rinnovamento della politica. Per questo pensiamo che a Genova l’area renziana, dopo una importante vittoria nei circoli, debba cambiare passo, rompere con le vecchie logiche, mostrarsi all’altezza delle sfide che ci attendono dandosi una struttura e aprendosi a quei cittadini che guardano con interesse a Renzi, ma non ne vogliono sapere di caminetti e vecchi capicorrente.
La fase del congresso nazionale che ci attende sarà la più difficile. Ora il consenso dobbiamo cercarlo tra i cittadini. Le liste di nomi per l’assemblea nazionale collegate ai candidati saranno il nostro biglietto da visita sul territorio. Sarebbe un grave errore se il biglietto da visita dell’area renziana su Genova fosse uno degli autoproclamati capicorrente. Altri avrebbero buon gioco a dire che siamo per il rinnovamento a parole ma per la conservazione nei fatti. Auspichiamo che l’area possa arrivare al più presto a una scelta democraticamente condivisa, che rafforzi l’unità e la credibilità dell’area e di tutto il partito. Chiediamo per questo una convocazione di tutta l’area per sabato mattina.
Sono stati fatti degli errori. Ma non serve recriminare. Occorre ripartire. Il tempo per le piccole tattiche autoreferenziali a Genova è finito. È tempo di mettersi in cammino con una nuova proposta politica forte, credibile, popolare.
Renziani, iscritti PD
Piergiorgio Abrile
Manuela Arata
Maria de Barbieri
Luca Burioni
Giuseppe Canepa
Anna Castellano
Francesco Chiossone
Irma di Daniele Arrigoni Lovagnini
Cristina Favati
Nicolina Ganduglia
Giovanna Ganduglia
Serenella Giorgi
Roberto Marini
Aldo Martini
Maurizia Migliorini
Daniela Minetti
Renzo Miroglio
Susanna Picasso
Claudio Pontiggia
Debora Paparella
Claudio Regazzoni
Simone Regazzoni
Olindo Repetto
Carlo Rognoni
Francesco Sannino
Rocco de Santis
Luca Serena
Bruno Sessarego
Maria Micaela Scaranello
Mario Armando Sirito
Nicola Suriano
Luciano Tagliatti
Daniela Terragni Oliva
Cecilia Terrone
Paolo Turci
Enrico Valli
Antonio Venezia
Gian Paolo Veneziani
Ignazio Venzano