Genova. Rendere più vivo (e vivibile) il quartiere, conoscerne le eccellenze, aiutarlo. In sintesi, fare comunità, proprio come una volta, creando nuovo rapporti, in primis tra il tessuto economico e quello sociale. Succede a Genova, nelle delegazioni di Marassi e Quezzi, dove da poco più di una settimana un’idea semplice ha preso forma ed è diventata concreta.
E’ nata come pagina Facebook Last Minute Marassi, poi diventata gruppo, e promuove, a titolo completamente gratuito, un’economia circolare virtuosa, facendo risparmiare negozianti, residenti, ed evitando allo stesso tempo lo spreco di risorse preziose, come il pane.
Contro il degrado e le difficoltà che i negozi di vicinato, ma anche sempre più famiglie, riscontrano giorno dopo giorno, alle prese con la crisi del piccolo commercio e l’economia in generale.
Ad aiutare gli ideatori, che poi sono le stesse persone che vivono il quartiere, nessun software particolare, ma il veicolo virtuale più veloce e immediato: Facebook.
Come funziona? Semplice: i negozianti che aderiscono possono decidere di fare la propria offerta “giornaliera”, come vendere, ad esempio, il pane dalle 17.30 in poi, ribassato del 30 o del 50%, oppure creare un evento ad hoc nel gruppo Facebook, con la vendita “last minute” di particolari prodotti. In questo caso il cliente si prenota per primo, con un commento, e si “aggiudica” l’offerta. Per gli anziani, poco avvezzi con la tecnologia, e spesso conosciuti nel quartiere, si è pensato a un sistema di telefonate d’avviso.
Alla base di questa idea c’è il Progetto Sole, che da 17 anni vede 12 panifici e una gastronomia, tra Marassi e Quezzi, protagonisti: il sabato sera donano il pane e l’invenduto, aiutando così 50 famiglie del quartiere in difficoltà.
Un quartiere che, dopo le alluvioni del recente passato, è sprofondato spesso in una spirale di serrande abbassate e difficoltà ad arrivare alla fine del mese. In parecchi hanno dovuto chiudere e molti sono in procinto di farlo.
“I clienti spesso non immaginano cosa c’è dietro il bancone di un negozio – spiega una delle collaboratrici di Last Minute Marassi – le sofferenze, i debiti contratti per continuare l’attività, in molti casi spesso unico reddito famigliare. I panifici oggi poi sono ancora più in difficoltà, perché i numerosi supermercati della zona hanno anche il pane fresco. Ma i negozi di quartiere restano il tessuto del territorio, il posto dove incontrare amici e scambiare due chiacchiere. La nostra non è una lotta contro i supermercati, ma un modo per ridare dignità al piccolo dettaglio, dopo l’aiuto che hanno dato alle famiglie negli anni”.
Così è nato il tentativo a più mani: tessere una rete insieme, uno scambio di aiuto, con l’aiuto di Internet.
“Abbiamo pensato di far partire un last minute gratuito a livello locale, a Marassi, dove c’è una buona risposta delle persone. Non siamo professionisti, è un’idea ancora in via di sviluppo”. Partita per evitare lo spreco di prodotti invenduti – che diventa perdita di materia prima oltre che di lavoro – l’idea ha preso sempre più piede, coinvolgendo anche i negozi non prettamente alimentari. Arrivano richieste di adesione anche da parte di estetisti o parrucchieri che, davanti al “buco di un cliente” per non perdere lavoro, mettono online offerte all’ultimo minuto.
“E’ un aiuto pensato soprattutto a chi, nel quartiere, ha realmente bisogno, non certo per fare l’affare, anche se poi anche questo aiuta – sottolineano le amministratrici – Può sembrare strano, ma molta gente non conosce davvero i negozi nel quartiere. Non è così necessario dover sempre andare in centro o nelle grande catene. Vorremmo smettere di perdere gli artigiani, come la pelletteria che dopo tre generazioni e un’alluvione, ha chiuso”. Così, in pochi giorni, hanno aderito in centinaia. Il fruttivendolo, molti panifici, pasticcerie, la rosticceria, la pizzeria.
Unico, essenziale, paletto: non sono ammesse al gruppo le attività che hanno al proprio interno il gioco d’azzardo, “perché non corrispondono ai requisiti di Solidarietà con i cittadini. Da anni lottiamo per sostenere le persone in difficoltà e l’azzardo è uno delle cause di disagio grave anche nel nostro quartiere”.