Genova. Un blitz in piena regola, compiuto da persone mascherate a bordo di un camioncino con la targa nascosta e con l’appoggio di un’auto e una moto. Il tutto per depositare un cumulo di spazzatura nella rotonda di Molassana e un secondo davanti all’ufficio comunale, accompagnati da due striscioni con scritto “non pescate voti raccogliete rumenta”.
Il presidente della media val Bisagno, Agostino Gianelli, racconta quanto accaduto davanti alla sede del suo municipio, la sera del 24 aprile, alla vigilia del corteo organizzato nelle strade della sue delegazione per ricordare la liberazione. Gianelli ha deciso di non sporgere denuncia sull’accaduto, anche se, spiega, come capita sempre in questi casi è intervenuta la Digos che ha sequestrato il materiale.
“Questa è la cultura vigliacca di chi combatte mascherandosi” scrive su Facebook la sera dell’accaduto, mostrando la fotografia di quanto accaduto sulla rotonda, mentre spiega, in un altro post, riferendosi agli operai comunali che ieri hanno trovato la spazzatura davanti all’ufficio a comunale.
“Vi han sempre dato una mano si son sempre resi disponibili. Questa mattina gli avete fatto trovare una montagna di rumenta davanti al posto di lavoro, avete colpito degli operai, gli stessi che voi dite di rappresentare. A loro chiedo scusa io per tutte quelle volte a cui ho chiesto per piacere di aiutarvi e loro subito si son dati da fare. Ieri vi ho detto vigliacchi nascosti dietro un fazzoletto nero, oggi non vi definisco perché mi fate pena chiunque voi siate”.
Secondo Gianelli, infatti, la protesta nascerebbe dalla mancata pulizia di un area del municipio e dalla conseguente protesta da parte di chi ne usufruisce. “Io avevo sollecitato Amiu a intervenire, ma senza risultati – spiega Gianelli – e adesso qualcuno se la prende con il municipio come istituzione”.
A colpire è il fatto che questa sia stata un’operazione organizzata in modo minuzioso, il giorno prima di un corteo, e questa è stata vissuta come una vera provocazione. “Se questa era una protesta da fare, e anche se potrebbe essere un po’ giustificata – sottolinea Gianelli – è stata fatta nel modo più sbagliato. Una volta caricata la spazzatura poteva essere portata nell’isola ecologica ma colpire uno spazio nuovo del quartiere e un luogo dove si lavora non è stato un bel gesto”.