Genova. E’ finita dopo poco più di 8 mesi la latitanza di H. S., nomade di 43 anni, conosciuta con almeno altri 20 nomi: tra questi anche la figlia della Regina degli zingari. La donna è stata arrestata dalla polizia di Blanes (Spagna) a seguito di un mandato europeo emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Genova: deve scontare 9 anni e quasi 4 mesi di reclusione per reati contro il patrimonio, commessi a Genova e nel Nord Italia tra il 2004 e 2014. La donna era sparita il 15 luglio 2016 da Cornigliano.
H.S. era stata già arrestata a seguito dell’operazione Fast Cargo, risalente agli anni 2004 e 2005 e condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Genova. L’indagine aveva permesso di smantellare ben cinque articolate organizzazioni criminali ramificate in Italia e all’estero che, attraverso la complementarità dei vari gruppi che interagivano tra loro, erano stati in grado di asportare numerosissimi autoarticolati e di ricettare/riciclare qualsiasi tipo di merce in essi trasportata. Tra le organizzazioni criminali vi era quella composta da nomadi rom (originari della Bosnia Erzegovina) che per molto tempo hanno vissuto nel campo nomadi di via dei Pescatori di Genova ed era esclusivamente dedita alla commissione di furti di autoarticolati nella aree portuali genovesi ma anche nelle aree di parcheggio adiacente a zone industriali del nord Italia. L’indagine si era conclusa nel 2007 con l’emissione di 46 provvedimenti restrittivi e la denuncia a piede libero di altre 150 persone.
Inoltre, nel 2014, sia ad H.S. che ad altri suoi familiari, erano stati sequestrati e successivamente confiscati in via definitiva veicoli, terreni e conti correnti poiché a seguito degli accertamenti effettuati dai militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, veniva riscontrata la sproporzione dei beni posseduti rispetto ai redditi dichiarati. Infatti la maggior parte degli indagati non aveva mai presentato denunce dei redditi a fronte di una cospicua ricchezza di fatto: al maggio 2006 infatti, i possedimenti dei nomadi indagati, in beni e contanti, ammontavano a ben 2 milioni e 600 mila euro. Nei prossimi giorni, al termine delle previste formalità, la donna sarà estradata in Italia.