Genova. “La politica dell”accoglienza diffusa di migranti e presunti profughi voluta dal governo di centrosinistra su ordine della Ue sta creando non pochi problemi alla città di Genova come in tutte le altre città italiane creando un nuovo clima di intolleranza e di xenofobia tra gli abitanti. E’ ormai sotto gli occhi di tutti che la politica sull’immigrazione voluta dai governi tecnici è una politica fallimentare che ha poco di umanitario ma che in realtà si è dimostrata e continua a dimostrarsi un enorme business a favore di enti, cooperative pubbliche e private vicine ad ambienti della sinistra riformista e radicale che hanno fatto dell’immigrazione le proprie fortune economiche”. A dirlo è Mario Troviso, coordinatore provinciale di Alternativa Tricolore Genova, criticando l’arrivo dei migranti a Struppa.
“La decisione da parte della Prefettura di Genova con l’assoluto silenzio del Sindaco Marco Doria e del Presidente del Municipio dell’Alta Val Bisagno Giannelli (Sel) di accogliere altri migranti nella struttura di villa Ines viene da da noi ritenuta inopportuna e foriera di tensione sociale tra cittadini ed extracomunitari. Nessuno vuole erigere muri di intolleranza e fomentare la paura dei residenti per proprio tornaconto politico ma tali scelte in un quartiere dove i centri di accoglienza sono già numerosi portano conseguenzialmente ad aumentare il disagio e le perplessità tra gli abitanti favorendo l’incertezza e le paure”.
“Alternativa Tricolore che non si ritiene un movimento razzista né xenofobo denuncia il metodo con il quale le Prefetture e le Istituzioni decidono di aprire nuovi centri di accoglienza senza interpellare il parere dei cittadini, un’imposizione dall’alto che non ha nessun elemento di democrazia e che mette i residenti davanti al fatto compiuto senza possibilità di appello.E’ necessario fare chiarezza su ciò che comporterà per la circoscrizione l’arrivo di altri nuovi extracomunitari ribadendo la nostra netta contrarietà a questa politica dell’immigrazione che si è trasformata in un’invasione con lo specifico fine di creare un meticciato etnico e culturale che si vuol far passare come integrazione”.