Regione

Portualità, Pastorino: “Toti parla solo di Genova e discute con gli operatori escludendo le Autorità portuali”

Porto di Genova

Liguria. “L’8 marzo scorso, il presidente Toti e l’assessore Rixi hanno tenuto un incontro che si annunciava ‘sulla portualità ligure’. Almeno in teoria. Sì perché, anzitutto, quella che doveva essere una discussione ambiziosa, di respiro regionale, in realtà si è concentrata quasi esclusivamente sul porto di Genova. Ma le nostre perplessità non si fermano qui: la cosa più sorprendente, infatti, è che alla riunione sono stati invitati i rappresentanti di alcune categorie economiche, davvero poco attinenti con le attività portuali”. Lo dice in una nota il consigliere regionale Gianni Pastorino, Rete a Sinistra.

“Ora, è chiaro che il porto di Genova sia il biglietto da visita della città e, per estensione, della regione, quindi l’argomento può interessare anche quella parte di economia non direttamente coinvolta nelle attività tipiche del settore. Così come è stato impostato l’incontro è difficile comprendere la situazione dei porti liguri, se non in maniera troppo vaga. Da questo punto di vista, il sospetto è che questa iniziativa sia stata una boutade, senza alcuna visione strategica. Ma oltre alle apparenze traspare un indirizzo politico, piuttosto chiaro: agendo in questo modo, non sembra che la Regione voglia esercitare un’azione programmatoria, cioè la funzione che gli compete. Al contrario, sembra che Toti preferisca la strada della gestione diretta, in prima persona, cadendo nello stesso errore che noi abbiamo criticato alla giunta precedente”, prosegue.

“Invece di predisporre una programmazione integrata su base territoriale, demandando ai comuni le funzioni operative, Toti vorrebbe anteporsi e sostituirsi agli enti locali, per autonominarsi ‘Sindaco dei Sindaci’. Per noi è una storia già vista. Perché le grandi emarginate della discussione sono state proprio le Autorità Portuali, cioè gli enti strumentali che dovrebbero organizzare, stabilire e gestire tutte le questioni relative agli spazi e alle attività dei porti liguri. La sensazione è che siano state esautorate, tagliate fuori completamente; e che le decisioni ora passino soltanto da Piazza De Ferrari. E allora non sorprende che, durante l’incontro, Toti abbia elencato tutte le questioni cardine: i rapporti con gli operatori, la faccenda delle aree da riutilizzare, le riparazioni navali, gli accordi fra i terminal. A nostro parere, andrebbe invece valorizzato il rapporto con le organizzazioni sindacali, che rappresentano gli interessi dei lavoratori in un comparto che soltanto a Genova impiega fra i 35.000 e i 40.000 dipendenti, ma anche con le imprese che investono nel settore, lasciando la giusta autonomia alle Autorità Portuali.
Insomma: l’impressione è che Toti stia costituendo una finta cabina di regia. Un’operazione di facciata, svuotata da qualsiasi elemento programmatorio, che possa determinare un vero salto di qualità attraverso la condivisione di obiettivi con i vari soggetti che costituiscono l’ambito portuale”, si legge ancora nella nota.

“Un’ultima considerazione: se la Regione promuove i soggetti economici al grado di interlocutore privilegiato, e parallelamente esautora le Autorità Portuali, allora sta ragionando in una logica di cartello. E a farne le spese, prima di tutto, sono le stesse Autorità Portuali, che escono delegittimate in termini di competenze e capacità.
Detto questo, da parte nostra c’è assoluto rispetto del lavoro svolto dalle associazioni di rappresentanza. Ma il porto è un insieme di soggetti economici vivi che interagiscono fra loro: è chiaro, quindi, che solo la dimensione operativa può determinare prima il cambiamento e poi il salto di qualità. Tale dimensione operativa spetta soltanto alle Autorità Portuali, non alla Regione o alla Giunta Toti”, termina Pastorino.

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