Genova. Dopo, l’incontro con Ivan Russo, il delegato del ministero dei trasporti che, nei giorni scorsi, ha fatto tappa a Genova sembra schiarirsi la situazione sul fronte del lavoro portuale. La compagnia unica ha, infatti, chiuso il bilancio con un passivo non troppo alto ma, a preoccupare, è una situazione che si ripete costantemente e che dovrebbe esser finalmente definita, ovvero la specificità dell’articolo 17 che riguarda appunto il lavoro svolto sulle banchine dai “camalli” genovesi e che fa la differenza.
“Russo è stato molto chiaro rispetto alla strategia che il governo intende seguire – ha sottolineato il presidente dell’autorità di sistema, Paolo Emilio Signorini – Il lavoro portuale deve essere affrontato a livello nazionale per capire l’organico porto complessivo, dalle compagnie a quelli che lavorano nei terminal, dal lavoro flessibile a quello interinale. Questo penso sia l’approccio giusto anche se pensiamo che Genova abbia numeri che pesano molto più che su altri scali, e ha un contributo effettivo che, per esempio, la Compagnia Portuale fornisce al funzionamento del porto che non è paragonabile a quello che abbiamo in realtà”.
Per Signorini, quindi, va bene un provvedimento generale ma deve esserci attenzione anche alla specificità del porto di Genova. “Senza pensare a soluzioni ad hoc, che poi rischiano di avere problematiche comunitarie o comunque censure in sede di legittimità degli atti, ma trovando comunque la possibilità di intervenire nello specifico. Così come si è trovata, giustamente, una soluzione ad hoc e specifica con l’agenzia dei porti di transhipment perché c’era una situazione occupazionale oggettiva”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, ovviamente, anche i rappresentanti dei “camalli” genovesi,alle prese con un bilancio sempre difficile da chiudere in assenza di un intervento normativo definitivo. “Attualmente abbiamo un passivo di bilancio non altissimo – spiega il vice console, Silvano Ciuffardi – che rimane tranquillamente dentro la tariffa di riferimento, stabilità dall’Autorità portuale e che verrà rinnovata nel 2017. Diciamo che la tariffa di riferimento a oggi coprirebbe tranquillamente il bilancio in passivo della compagna e, anzi, avremmo anche un piccolo attivo”.
“A Genova c’è un articolo 17, la Compagnia Unica, che è un volano fondamentale all’interno del porto – spiega Ciuffardi – e che va regolamentata in maniera diversa da quanto succede oggi. Con Russo abbiamo toccato i temi degli organici porto e della formazione, che é una parte importante che va valutata e ragionata sia per ciò che potrà essere il futuro, l’automazione, ma anche per il presente”.