Genova. Domenica 26 marzo, a partire dalle ore 14,30 a Castello D’Albertis, in occasione delle Giornate Fai di Primavera (qui tutto il programma) che si svolgeranno all’Albergo dei Poveri, si festeggerà l’equinozio di primavera.
Questa giornata di festa, che prende l’avvio dall’equinozio di primavera e dall’inserimento del parco di Castello D’Albertis tra i giardini storici cittadini, ha l’obiettivo di invitare a godere del verde intorno al museo, a conoscere le opere che ospita e a coinvolgere la cittadinanza nella loro conservazione attraverso l’ Art-bonus”. Ossia uno strumento concreto di moderno mecenatismo che consente di sentirsi partecipi attori della tutela, della conservazione e del recupero del nostro patrimonio culturale, istituendo un credito d’imposta per tutti coloro – singole persone e imprese – che effettuano donazioni in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo. E che, come previsto dalla legge, potranno infatti godere di importanti benefici fiscali sotto forma di una detrazione del 65% delle donazioni.
Incontrando gli specialisti coinvolti nel restauro delle opere del museo, con una prima passeggiata nel parco verranno descritte le loro storie e il modo per farle tornare in vita sotto i nostri occhi, dalle 12 Fate che si tengono per mano danzando in vesti colorate, sul quadrante di un orologio solare in cui rappresentano le ore, alla Venere di Milo che si sta sgretolando dal piedistallo dove interroga chi passa con la sua domanda – tradotta dal latino – “Che faccia farai quando ti troverai di fronte a Venere?”.
Nella consapevolezza del valore di un parco storico cittadino e delle sue potenzialità, si presentano in rete in occasione di questo appuntamento al castello, in collaborazione con le Giornate Fai di Primavera presso l’Albergo dei Poveri, tre realtà del quartiere che operano anche oltre il quartiere: il vicinissimo e interessante Orto Botanico Hanbury dell’Università di Genova, le Serre di San Nicola e gli Amici dell’Orto Botanico, queste ultime due attive realtà di volontari appassionati, con grandi progetti e pronti alla condivisione con la cittadinanza, come verrà brevemente raccontato. Entrando nel castello si incontrerà il restauratore di opere lignee che riuscirà a dar nuova luce ad un incredibile esempio di ebanisteria giapponese dall’andamento bizzarro, con le sue griglie scorrevoli e ante rotanti, mentre una restauratrice e diagnosta d’arte ci farà notare la ricca decorazione dorata dell’unica tela del museo, finora relegata nei depositi a causa di un taglio e dall’umidità, un’opera secentesca frutto dell’innesto tra arte peruviana e arte spagnola, di cui rappresenta un felice meticciato. A chi avrà attraversato il castello verrà illustrato come saranno rinnovati quella Luce e quel Calore che ricordano gli effetti del dio Sole, allora venerato dalla popolazione quechua del Cuzco.
Una passeggiata tra le torri e le terrazze del castello, affacciati sulla città ed il mare, chiuderà il pomeriggio, tornando tra le palme da cui è iniziato questo itinerario.