Genova I “figli di Uber” si sono organizzati molto bene, dividendo la città in tre distinte chat che permettono di rispondere alla chiamata in modo molto rapido. I taxi “etnici” invece contano sul passaparola, sulla fiducia che la comunità straniera ha nell’affidarsi anche per il trasporto, a persone che parlano la propria lingua.
E poi ci sono i “cani sciolti”, quelli che si sono organizzati da soli e che si “mimetizzano” da tassisti cercando i clienti nelle stazioni ferroviarie, e gli “autisti fantasma”, che coprono il servizio esclusivamente per le comunità straniere “chiuse”, e che sono invisibili sotto ogni aspetto, ma anche le “deviazioni” di servizi regolari come gli NCC, le auto con conducente, che erodono una parte del mercato.
È un mondo a parte quello dell’abusivismo sui taxi a Genova, un fenomeno che riguarda almeno 200 auto sul territorio, questo infatti e’ il numero di targhe raccolte e denunciate fino a oggi, su un totale di poco meno di 900 tassisti regolari. Un dato che permette anche di capire la tensione di questi lavoratori ogni volta che un provvedimento, e’ successo anche la scorsa settimana, cerca di scalfire quello che molti definiscono un “monopolio” ma che, per chi ha pagato a caro prezzo una licenza, e’ semplicemente un diritto.
Per capire bene la situazione basta fare un semplice esperimento, digitare “taxi genova” su un motore di ricerca. Al primo posto, invece della cooperativa radiotaxi, come sarebbe naturale, appaiono due servizi di taxi privato. Servizi in regola, ovviamente, ma che, essendo auto con conducente, nulla hanno a che fare con i taxi tradizionali. A questo si aggiunge l’universo di facebook dove, usando le giuste “parole chiave”, si possono trovare servizi e offerte di ogni tipo.
“Uber e’ il minore dei problemi – spiega uno dei sindacalisti – ma a preoccupare ci sono le scorie di questo servizio, Sono circa 200 le targhe segnalate, sia in prefettura che con esposti alle forze dell’ordine ma il nostro allarme rimane quasi sempre inascoltato. Qualche controllo c’è, si fermano gli abusivi, ma se non li trovano nel momento del passaggio del denaro, e questo è un caso rarissimo, non possono intervenire. Basta dire di aver dato un passaggio a un amico per non incorrere in nessuna sanzione”.
D’altra parte le forze dell’ordine non hanno numeri adeguati per poter intervenire in modo capillare, sopratutto la notte, il momento in cui i taxi “fai da te” aumentano a dismisura dando vita anche a fenomeni molto particolari. “Adesso vanno di moda anche i trasporti di gruppo – racconta uno dei tassisti che lavora principalmente negli orari notturni – l’altra sera davanti a una discoteca di Sampierdarena è arrivato un camioncino di una nota ditta di consegne. Ha aperto il portellone e sono uscite una decina di persone, pronte per la serata”.
Ma se il camioncino delle consegne sembra l’ultima frontiera il parco mezzi utilizzato per questo tipo di servizi è particolarmente variegato. Le auto più usate per il trasporto sono le Fiat, principalmente le classiche punto anche se non mancano modelli più lussuosi, come una Freemont o una Croma, oltre a diverse Giulietta, stessa famiglia con Alfa Romeo, e una Lancia Delta. A seguire, nell’indice di gradimento degli abusivi la Ford, con Fiesta, Focus e Cmax, e Opel, con Astra e Meriva tra le preferite, anche se non manca qualche Mercedes, Audi e Bmw, per chi non vuole rinunciare a un minimo di lusso.
Nella scelta del colore prevale, invece, il grigio, usato principalmente dagli ex uber e dagli autisti “etnici” che non hanno necessità di essere riconosciuti dai propri clienti, che contattano telefonicamente comunicando modello, targa e colore, Situazione differente, invece, per quelli che cercano di mimetizzarsi come tassisti veri e cercano clienti in stazione. Per loro la scelta ricade inevitabilmente sul bianco, nella speranza che il cliente non noti la mancanza di insegne e tassametro.
Questo, quindi, il quadro generale ma, stiamo approntando una vera e propria “mappa” per argomenti che pubblicheremo nei prossimi giorni. Un modo per entrare nel dettaglio di un vero e proprio “universo parallelo” del trasporto urbano genovese.