Mezzi pesanti

Incidenti a catena, Trasportounito accusa: “Colpa anche di crisi e deregulation” fotogallery

"Le imprese, per sopravvivere, comprimono i tempi e rimandano la manutenzione dei veicoli"

Genova. Un forte abbassamento dei costi da parte dei committenti che produce una “deregulation” spinta dell’autotrasporto sarebbe una delle cause principali del “Collasso dei livelli di sicurezza sulle strade italiane che va ricercato nella crisi finanziaria delle aziende di autotrasporto”. A lanciare l’allarme l’associazione di autotrasportatori “Trasportounito” secondo la quale la crescita costante dei costi di gestione ha prodotto effetti devastanti per l’assenza di qualsiasi certezza sui tempi e addirittura sulla possibilità stessa di ottenere il pagamento delle prestazioni di trasporto.

“A clamorosi crack di committenti che innescano reazioni a catena nel settore – spiegano in una nota – si sommano, e sono ormai diventati regola, la metodica violazione degli strumenti normativi relativi ai pagamenti. Le imprese pur di lavorare accettano pagamenti a 120 giorni e oltre mentre altri paesi, proprio per prevenire i rischi, hanno posto sanzioni, anche di tipo penale, per i pagamenti che vengono effettuati oltre i trenta giorni”.

“In Italia le imprese, per sopravvivere, giocano le carte della disperazione comprimendo i tempi per effettuare più viaggi possibili, e rinviando gli interventi di manutenzione sui mezzi anche quando sono immediatamente necessari. Questa competizione distorta, ormai deregolamentata e priva di controlli – conclude il comunicato – si scarica sulle strade dove i mezzi pesanti ogni giorno, sempre di piú, suscitano un allarme, purtroppo motivato, per gli altri utenti della strada”.

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