Genova. Ci vorrà un’inedita seduta di sabato mattina, con inizio alle ore 10 e durata ad oltranza, per approvare la proroga di un anno all’entrata in vigore della legge contro il gioco d’azzardo. Il Consiglio regionale si riunirà infatti il prossimo 1 aprile visto che oggi non si è riusciti ad arrivare al voto entro le 14.
Una decisione che ha ulteriormente esasperato il già acceso confronto tra maggioranza ed opposizione. “La modifica è stata infilata in modo surrettizio in una legge urbanistica con un emendamento dell’assessore Rixi in un provvedimento dell’assessore Scajola” ha denunciato il consigliere del Pd Luca Garibaldi. “Una sconfitta per tutti, un anno di deroga non risolve il problema” rimarca il capogruppo di Rete a Sinistra Gianni Pastorino.
Mentre la capogruppo dei democratici Raffaella Paita sottolinea che “la Giunta Toti, per difendere a spada tratta l’inserimento di un emendamento sul gioco d’azzardo in un ddl urbanistico che con l’azzardo non c’entra nulla, ha deciso di convocare il Consiglio regionale sabato mattina, con una spesa aggiuntiva per la macchina regionale. E’ pazzesco il comportamento della maggioranza. Le regole non possono essere forzate in questo modo”.
Duro anche il M5S Fabio Tosi. “Ormai è chiaro: per Toti il regolamento è un elastico che si può tirare avanti e indietro a seconda delle convenienze o, come in questo caso, dei propri capricci. Capita così che, per approvare in tempo la moratoria sul gioco d’azzardo, convochi in fretta e furia un Consiglio regionale al sabato mattina, con una spesa stimata di 8 mila euro. Ovviamente coi soldi dei cittadini liguri, che Toti è ormai abituato ad usare come bancomat personale. Sembra un pessimo scherzo del 1° aprile, ma purtroppo è tutto vero”.
“La proroga ci sarà entro questa settimana perché ci sono troppe imprese a rischio a cui vogliamo dare certezze, – è stata la replica del governatore Giovanni Toti – chiediamo al Governo un
provvedimento nazionale contro le ludopatie, chiediamo fino a un anno di proroga, forse meno, per correggere una legge sbagliata e approssimativa, che va ritoccata, non cancellata. Non butteremo la palla in tribuna, la politica deve fare leggi che funzionano, una responsabilità su cui non intendo abdicare”.