Genova. Una manifestazione onerosa, “che per qualche tempo è rimasta in forse”, come ha detto l’assessore regionale alle Politiche agricole e della Pesca Stefano Mai, ma che invece torna per la sua ottava edizione.
“Era impossibile rinunciarci – ha confermato Edoardo Rixi, assessore allo Sviluppo economico perché non si parla solo di pesca, ma di un rapporto strategico tra Genova, la Liguria e il mare”. “Genova si conferma hot spot di ciò che di importante accade in Italia” ha aggiunto il governatore Giovanni Toti. “Un legame con il mare che non in modo nostalgico ma prospettico”, le parole dell’assessore comunale Elena Fiorini.
“La rete siamo noi!”: è il tema di Slow Fish 2017, in programma dal 18 al 21 maggio al Porto Antico, con appuntamenti sparsi in altre location della città. Come ogni due anni, Slow Fish – organizzato dall’associazione Slow Food Italia e dalla Regione Liguria, in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali – l’evento internazionale dedicato al pesce e alle risorse del mare, coniuga la convivialità alla conoscenza scientifica e alle buone pratiche, l’educazione al gusto all’impegno per la tutela degli ecosistemi acquatici.
Pescatori, artigiani e cuochi da tutto il mondo che si incontrano per condividere e sostenere un approccio “buono, pulito e giusto alla filiera ittica, alla biodiversità marina e all’equilibrio delle acque dolci” dice Carlin Petrini, fondatore e presidente mondiale di Slow Food. Un evento che si ripropone nonostante il cambio di colore della giunta regionale: per la prima volta Slow Food collabora in Liguria con un governo di centrodestra. “Le nostre istanze non hanno colore politico” dice Petrini, storico amico dell’ex presidente della Liguria Claudio Burlando.
Il programma non sarà incentrato solo gusto e curiosità. Anzi. “La pesca sta affrontando un momento complicato in Italia, è difficile sbarcare il lunario” sottolinea Silvio Greco, presidente del comitato scientifico di Slow Fish. Tornano quindi le Conferenze, in cui i grandi temi scientifici al centro dei dibattiti internazionali – cambiamento climatico, valorizzazione delle risorse e sprechi – sono approfonditi da ricercatori, interpreti del mondo della pesca e istituzioni con un linguaggio accessibile e diretto.
Ma non potrà mancare un focus sulla tutela della biodiversità, narrata (e proposta in degustazione) dagli chef dall’Italia e dal mondo all’opera nei 15 appuntamenti della Cucina dell’Alleanza. “Un vero e proprio teatro in cui gli attori cucinano e raccontano gli ingredienti delle loro ricette, provenienti da produzioni rispettose dell’ambiente e del benessere animale” afferma Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.
E per chi vuole vedere i protagonisti della rete internazionale sbizzarrirsi ai fornelli, l’appuntamento è tra le bancarelle di pesce fresco e conservato, olio, sale e spezie del Mercato con i Fish-à-porter: una cucina, nello stile della Boqueria di Barcellona, nella quale cuochi e pescatori si alternano preparando piatti semplici e gustosi e spiegandone la storia, gli ingredienti, le particolarità.
Coorganizzatrice di Slow Fish fin dalla sua prima edizione, la Regione Liguria presenterà quest’anno uno spazio di promozione turistica dal nome #Lamialiguria, caratterizzato da ristorazione continua e degustazioni, incontri con pescatori e artigiani, laboratori del gusto con il pesto in diretta. E poi spazio enoteca – con 300 etichette – quello dedicato alle birre artigianali, il “punto gamberi”, e gli stand delle cucine di strada.
La difesa del locale. “Noi possiamo vincere la sfida contro un mercato globale, industriale, massivo del pesce – ha concluso, in conferenza stampa il patron di Slow Food Carlin Petrini – puntando sulle produzioni locali. La pesca, il cibo, non sono un oggetto di mercato qualsiasi. Il cibo determina quello che noi siamo e la nostra storia. L’economia locale va difesa e sostenuta. E allora ecco perché vogliamo tenere il caposaldo della difesa delle tematiche del mare a Slow Fish. Questa non è una fiera sul pesce! Questa non è una fiera di chi guarda solo al proprio ombelico, ma è nello scambio che si trova la vitalità dei territori. Basta con la distinzione tra piacere e responsabilità!“.