Genova. Un primo piano programmatico, nato in tre settimane e scritto a 300 mani, per promuovere un vero cambiamento per Genova. Simone Leoncini, già presidente del municipio Centro Est e fra i primi ad aver annunciato la propria candidatura alle prossime elezioni amministrative, ha presentato alcuni punti centrali del progetto della lista Genova Cambia.
#noisindaco, l’hashtag scelto dal gruppo di persone che stanno lavorando ai vari tavoli. “Perché vogliamo un Comune che si metta davvero al servizio del cittadino – dice Leoncini – e perché in primo piano devono esserci le persone, non i singoli nomi dei politici”.
Simone Leoncini avrebbe voluto che il PD e il centrosinistra affidassero la scelta del candidato a delle primarie il più aperte possibile, ma la sua richiesta non è stata ascoltata. “Facciamo almeno le primarie delle idee – afferma – ragioniamo intorno ai programmi”. Eventuali alleanze? Magari con il candidato in pectore di parte del centrosinistra, Gianni Crivello? “Conosco Crivello e ho lavorato molto con lui – dichiara Leoncini – non abbiamo preclusioni a collaborare con nessuno, anzi, ma speriamo che sia disposto a ragionare su un certo tipo di progetto per Genova”.
Un progetto “visionario, ma che sia anche attuabile”, si legge nel programma, e che prevede Genova come una città che si apre e che torna a essere capitale mediterranea. In che modo? Rendendo più appetibile l’insediamento di nuove aziende, innovative, tecnologiche, in grado di rilanciare il mercato del lavoro. Diventando, Genova, una vera e propria città universitaria, e attiri studenti, giovani, da tutto il mondo, anche per ribaltare una tendenza demografica negativa preoccupante.
Tra le idee anche i “100 operatori in strada contro il degrado”. Leoncini ha parlato di 10 persone da assumere, in ogni municipio, con competenze di educatori di strada in modo da formare squadre di prevenzione e controllo insieme alla Municipale, alle associazioni e ai cittadini attivi.
Un “Patto cittadino contro la povertà”, una struttura operativa che punti a mobilitare varie energie, dal terzo settore, alle associazioni, alla Chiesa, alle imprese, per aiutare chi è in condizioni di bisogno.
“Si chiama la rivoluzione della semplicità: cura, scuola e sociale – spiegano i componenti della lista Genova Cambia – senza dimenticare la lotta per la legalità, quella vera, serve un investimento su Genova da parte dello Stato, per contrastare la criminalità organizzata ma anche l’azzardo e altri consumi compulsivi come alcool e droga”.
Si è parlato anche del bilancio comunale. “Serve un sistema meno rigoroso e meno soffocante – afferma Leoncini – Tursi ha abbattuto il debito di 230 milioni tra il 2004 e il 2016, adesso bisogno ripensare il bilancio almeno in parte per potenziare i servizi pubblici, le opportunità per i cittadini, spinte alla crescita”.
Nella squadra di Genova Cambia, tanti volti legati alle esperienze di socialità condivisa del centro storico, dalla Maddalena ai giardini Luzzati, ma non solo. Tra i nomi quello di Tomaso Boyer, promoter e organizzatore eventi culturali, “Quello che vogliamo creare è un nuovo metodo di azione in grado anche di coinvolgere i privati”, dice. C’è poi Cristina Zanzi, proveniente dall’area dell’associazionismo, è milanese e si occupa di ricerche di mercato. Torna a Genova dopo una lunga esperienza all’estero anche Jacolo Gottlieb, giovane imprenditore, “interessato nell’introduzione delle nuove tecnologie per rendere più trasparente la pubblica amministrazione”, e ancora Luca Curtaz, operaio metalmeccanico e presidente dell’associazione Ama Maddalena (“porterò nel progetto le competenze che si sono maturate nel quartiere e sul territorio”).