Genova. “Continuo a rimanere basito da una città, e dico città nel suo complesso, quindi Regione, Provincia, vigili e Comune, che da anni dice di essere nel pieno dell’emergenza cinghiali e che non ha una soluzione quando questi animali arrivano e si devono spostare”.
E’ questo lo sfogo raccolto da uno dei volontari di associazioni animaliste che “vegliano” sulla salute di questi animali intrappolati in città. La guardia Zoofila Termanini da giorni sta vegliano con cura e attenzione i cinghialetti di Albaro ma i tempi, per questioni burocratiche, si sono dilatati e, in attesa che stamani si sblocchi la situazione, sale anche un po’ di sconforto.
Ieri pomeriggio, vista la prolungata permanenza nell’area recintata, dove scarseggiano cibo e acqua, un veterinario ha controllato lo stato di salute degli animali. La polizia municipale ha agevolato l’uscita dall’area delle due auto private rimaste all’interno, tenendo a distanza gli animali con alcune transenne fatte arrivare sul posto da Aster. Stamani alle 10, arriverà nuovamente il veterinario per la sedazione e verranno così attivate le procedure per il trasferimento nella struttura Enpa di Campomorone.
“Sono ormai tre giorni che i cinghiali sono nel parcheggio e non si trova un veterinario che li possa sedare per il trasporto, è impossibile crederci”. In realtà un veterinario si era anche trovato, così come era a disposizione il farmaco necessario ad addormentare questi due cuccioli ma, ancora una volta, gli sforzi collettivi si sono dovuti scontrare con una burocrazia che, complice la giornata festiva, ha ritardato le autorizzazioni facendo ancora una volta slittare il trasporto degli animali in una zona sicura, messa a disposizione dal’Enpa, l’ente nazionale protezione animali.
Anche perché, spiegano i volontari, da un lato c’è l’ordinanza del Comune di Genova che in assenza di immediato pericolo impedisce l’abbattimento dei cinghiali, ma dall’altro ci sono molte problematiche, a partire dalla collocazione di questi animali che non possono tornare nei boschi. “Il vero tallone d’Achille – spiegano – è la decisione di Ispra che vieta di riportare questi animali nei boschi anche se non sono di allevamento. Basterebbe fare un’ordinanza che consentisse l’immissione degli animali da dove sono venuti. Questo risolverebbe molti problemi”.
Ma per adesso questa soluzione non c’è e allora, spiegano i volontari, è necessario trovare una soluzione, un protocollo da utilizzare ogni volta che accade un episodio come quello di Albaro.
“La soluzione sarebbe semplice, c’è un farmaco per sedare gli animali, ci sono i veterinari addetti a questo compito, ci sono aree dove poter ospitare i cuccioli. Questa sarebbe la strada di maggiore buon senso – concludono i volontari – e chiediamo che sia attuata”.