Genova. “Non vogliamo rinunciare al confronto. La sfida è complessa ma noi siamo la Genova che osa, non abbiamo paura e non abbiamo niente da perdere”.
La “Genova che osa” è il manifesto d’idee dei giovani di Rete a Sinistra che non vogliono “disperdere le energie e le proposte per la città costruite fino ad ora” e sono “pronti a presentare una nostra lista aperta a chi vuole portare queste idee in consiglio comunale. Sappiamo che il centrosinistra è disponibile a un confronto pubblico per discutere le nostre proposte”.
Così mentre una parte di Rete a Sinistra, insieme a Sinistra Italiana e Possibile, ha rotto il tavolo lanciato da associazioni (tra cui Arci, Anpi, Cgil e San Benedetto) per l’unione del centrosinistra, un’altra parte, quella dei giovani della Rete, tra i 20 e i 30, tra cui la consigliera comunale Marianna Pederzolli, Lorenzo Azzolini e Stefano Gaggero del direttivo, “non molla”, ricordando come il “laboratorio politico a cui abbiamo dato vita quasi tre anni fa insieme a tanti, iscritti ai partiti o no, giovani e meno giovani”, abbia “tenuto insieme i pezzi della sinistra fino ad oggi, quando le decisioni dei partitini nazionali, divisi a prescindere sul rapporto con il PD, hanno compromesso la tenuta della Rete a Sinistra”.
Ieri sera “i ragazzi” si sono incontrati e hanno steso la lettera-documento per lanciare “Genova che osa, La proposta dei giovani alla Rete a Sinistra”.
“Abbiamo deciso che non vogliamo mollare – si legge – perché la vita non aspetta e vogliamo essere protagonisti di un cambiamento che sentiamo sempre più urgente. Speravamo che il nostro spazio sarebbe stato quello della Rete a Sinistra, che avrebbe scelto le possibili alleanze rispetto alla disponibilità a dialogare sulle nostre proposte delle altre forze politiche. Una decisione di campo che era da assumere nel merito delle idee e non in base alle tattiche nazionali”.
Sullo sfondo Genova al bivio, “Da una parte un lento declino, dall’altra nuove opportunità, una nuova identità e un futuro”, con una generazione, quella dei disoccupati, dei Neet e dei cervelli in fuga, che sta sparendo e la “crisi profonda che colpisce la nostra città che vede crollare la sua popolazione, disgregarsi le periferie mentre la nostra economia si impoverisce sempre di più”.
Di qui la necessità di lanciare Genova che osa e non rinunciare a un confronto programmatico che, se positivo, potrebbe anche portare a una lista civica. Così come la Genova Cambia di Simone Leoncini.
“Invitiamo tutti quelli che hanno condiviso quello sforzo di elaborazione a stare con noi – scrivono i giovani di Rete a Sinistra – Perché la nostra proposta alla fine ha coinvolto tutti e perché pensiamo che non sia l’età il discrimine per stare insieme ma la condivisione di metodi innovativi, l’essere curiosi e non scontati, la voglia di determinare un cambiamento a Genova”.
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