Genova. Cinque minuti di silenzio, subito dopo la messa di questa sera, sotto la sede della Regione in piazza De Ferrari per protestare silenziosamente contro la probabile proroga delle concessioni alle sale da gioco annunciata dalla giunta Toti.
E’ l’invito che don Francesco Cavallini, parroco della chiesa del Gesù rivolgerà questa sera ai fedeli che interverranno alle tradizionale messa delle 21. Si tratta di un anticipo della protesta che andrà in scena, o meglio in piazza, domani pomeriggio, sotto la sede della Regione Liguria per dire ancora una volta no al gioco d’azzardo e alla proroga del periodo di tolleranza per le slot.
Il presidio, alle 17.30, è organizzato da numerose associazioni e sindacati (tra loro Arci, Auser, Cgil, Cisl e Uil, Fondazione Auxilium, Libera, Acli, Uisp, Cnca e Sert) assieme al coordinamento regionale di Mettiamoci in gioco e alla Consulta comunale contro l’azzardo contro la decisione della giunta Toti.
“L’ipotesi di una moratoria sulle autorizzazioni all’azzardo – hanno spiegato gli organizzatori – rende inefficace il regolamento comunale sulle sale da gioco e giochi leciti; squalifica l’impegno di quegli operatori commerciali che, in questi anni, hanno sostenuto il proprio lavoro senza ricorrere alle slot o addirittura liberandosene; soprattutto, irride all’attività degli operatori sanitari e dei molti soggetti associativi che da anni si adoperano in difesa della salute dei cittadini, del decoro e della legalità sul territorio, della qualità del tessuto commerciale”.
E proprio il Governatore, alla vigilia della protesta, ha rilasciato il suo commento: “Non abbiamo simpatia per il gioco d’azzardo, ma non abbiamo intenzione di lasciare le cose come stanno. Sediamoci attorno a un tavolo con le associazioni, i gestori, le associazioni dei commercianti e troviamo delle soluzioni per ridurre il volume dell’offerta del gioco d’azzardo su cui siamo tutti d’accordo, ma facciamolo in modo serio, non ideologico, emotivo o peggio strumentale”.
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E ancora: “Il governo ha fatto una legge che non funziona e la Conferenza delle Regioni l’ha rimandata indietro. La Regione Liguria ha in eredità una legge che se entrasse in vigore così come è sarebbe una furia ideologica contro il commercio ancor prima che contro il gioco d’azzardo. Chiediamo di ragionare perché se noi facessimo entrare in vigore questa legge non avremo meno ludopatici, ma avremo molti meno occupati in Liguria”.