Genova. Legambiente Liguria non è contraria alla compartecipazione di soggetti privati alla gestione del ciclo dei rifiuti ma, “alla luce della nuova documentazione prodotta, non può che rinnovare le proprie perplessità”. Così l’associazione ambientalista ha chiarito la propria posizione sull’aggregazione Amiu-Iren, alla vigilia di quella che sarà la settimana decisione per l’operazione. A Tursi si riuniranno nei primi giorni della settimana le commissioni per valutare la delibera, fino all’arrivo in aula giovedì nella seduta di Consiglio Comunale.
“Abbiamo apprezzato – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – il piano industriale 2014-2020 approvato dal Consiglio comunale nel luglio 2015 dove si intravedevano le basi per una gestione dei rifiuti basata sull’economia circolare. Purtroppo tra le pieghe del Nuovo Statuto troviamo invece i riferimenti alla possibilità di costruire impianti per incenerirli. Per noi questo è inammissibile, così come il passaggio al 69% della quota di partecipazione di Iren in Amiu”.
La contestazione al Nuovo Statuto fa riferimento all’articolo 5 “Oggetto Sociale – Attività” punti f) realizzazione e/o gestione di impianti di produzione di energia da rifiuti di ogni genere ed i) incenerimento di rifiuti urbani, speciali e di rifiuti ospedalieri e cimiteriali.
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“Gli unici impianti – prosegue Grammatico – di cui ammettiamo la costruzione per la produzione di energia sono collegati al biogas o biometano, funzionali alla gestione di qualità della frazione organica e prevedere nel documento costituente che definisce l’identità e le prospettive della compagine sociale l’incenerimento di rifiuti urbani, come esplicitamente affermato, è ipotesi irricevibile. Iren vuole portare e rinnovare in Amiu una cultura e un approccio che credevamo definitivamente spazzati via dalla Liguria”.