Genova. Agg.h.11. E’ stato subito sospeso il consiglio comunale a Palazzo Tursi, blindato per il secondo giorno consecutivo. Oggi, infatti, prosegue la seduta sull’aggregazione di Amiu e Iren.
Consiglio comunale rinviato a domani per risentire il parere di Iren e Amiu in seguito alla presentazione di alcuni emendamenti che modificherebbero gli accordi che oggi proprio il cda di Iren ha approvato. Così ha deciso il presidente del consiglio Giorgio Guerello dopo aver sentito il parere della Giunta e della segreteria generale e dei consiglieri comunale dell’opposizione,questi ultimi tutti contrari: “Prendo questa decisione in piena coscienza e indipendentemente dalle mie idee politiche” ha detto. La mossa è stata studiata dalla maggioranza per rinviare il voto alla presenza di due consiglieri del Pd (Alberto Pandolfo e Paolo Veardo) per poter contare su due voti in più, forse decisivi per l’approvazione della delibera sull’aggregazione tra Amiu e Iren Ambiente.
La richiesta è stata formalizzata in aula dall’assessore al Bilancio Franco Miceli: “Alcuni emendamenti sono in via di principio accoglibili, ma sono il frutto di un negoziato che il Comune ha condotto con Iren e Amiu – ha detto Miceli – e alcuni di questi vanno a modificare aspetti importanti delle trattative stesse quindi chiediamo che venga ascoltato il parere delle due aziende in via d’urgenza, rinviando il voto a domani”.
Tutti fortemente critici all’opposizione. “Chiedere un parere a Iren è una pratica irriguardosa verso tutto il consiglio comunale” ha detto Gian Pastorino di Fds. Lilli Lauro ha chiesto che fosse il consiglio comunale a votare la sospensiva e la stessa richiesta è stata fatta dal capogruppo di Effetto Genova Paolo Putti: “Ovunque vada noto una strana pratica della democrazia per cui se non si vince si porta via il pallone, visto che stamattina la richiesta di sospensiva fatta da un consigliere è stata votata in aula mentre la richiesta da parte della giunta viene decisa discrezionalmente dal presidente”. “Se ci tenete tanto dite a quelli di Iren di venire in aula – ha detto il capogruppo della Lega Nord Alessio Piana – perché questo è uno dei punti più bassi toccati da questa amministrazione”.
“Il presidente tuteli la dignità della politica e della città – ha chiesto Antonio Bruno di Fds suggerendo di “fare una sosta di qualche ora e poi riprendere”. Baroni ha sottolineato come “sembra strano che vi serva il parere di Iren su emendamenti presentati dalla vostra maggioranza e che il parere di Iren arrivi in piena notte”. Mauro Muscarà ha invece ricordato come in un’analoga situazione si è deciso di respingere un emendamento che avrebbe richiesto un ulteriore parere: “Qui la democrazia non esiste più”.
Ma a nulla sono servite le rimostranze dei consiglieri né le proteste dei lavoratori che per tutto il giorno sono rimasti seduti sugli spalti della sala rossa. Domani si torna a votare con un voto ancora incerto e con l’opposizione che a questo punto farà quasi certamente ostruzionismo per rinviare il voto oltre la mezzanotte, il che non consentirebbe di approvare in tempo la delibera sulla Tari come prevede la legge. Previste nuove proteste dei lavoratori: anche se non potranno fare sciopero in molti torneranno a dire la loro.
“Rimaniamo parecchio perplessi dall’atteggiamento della giunta – commenta al termine della seduta Christian Spallarossa, rsu Amiu – all’inizio della seduta era stata chiesta una sospensiva e questa è stata votata e bocciata in aula, dopo dichi con un abile escamotage gli emendamenti sono stati tutti ritiriati per cui si doveva andare al voto oggi. Giunta e maggioranza non avevano i numeri e hanno avuto un atteggiamento fascista”.
“Siamo senza parole anche per le provocazioni che abbiamo ricevuto da certi consiglieri comunali – dice ancora il lavoratore riferendosi a un battibecco con il consigliere della Lista Doria Enrico Pignone, uno degli artefici di questa delibera che ha accusato i lavoratori di fare ‘teatrino’ ricevendo in cambio urla e insulti – che in questi anni avrebbero dovuto risolvere il problema e non si rendono conto che non stanno facendo il bene dell’azienda ma solo gli interessi politici di qualcuno e questa azienda la stanno affossando. Siamo arrabbiati e spiazzati”
Assente nella fase più delicata della giornata che ha portato al rinvio della delibera il sindaco di Genova Marco Doria.