Genova. Pochi giorni fa Arte, l’Agenzia Regionale Territoriale per l’Edilizia, che ha lo “scopo di provvedere case alle classi meno abbienti in tutti i Comuni della circoscrizione provinciale”, ha comunicato che non gestirà più i 4.053 alloggi popolari di proprietà del Comune di Genova, a causa di debiti pregressi, arrivati a quasi 5 milioni di euro, accumulati a partire dal 2011. La fonte del debito sarebbe da imputare alle morosità, cresciute tra il 7 e il 10% all’anno, alla diminuzione del canone annuo medio, alla mancata esecuzione degli sfratti da parte del Comune, che si difende dicendo che 1,8 milioni/anno per la gestione degli immobili sono troppi, dati anche gli scarsi interventi manutentivi eseguiti.
“Comunque sia, il rischio è che a pagare le conseguenze di una gestione evidentemente fallimentare dei beni pubblici da parte di Arte, siano proprio gli inquilini degli immobili, che potrebbero ritrovarsi con sfratti esecutivi ed aumenti del canone, un risvolto che sarebbe inaccettabile data l’attuale crisi economica e lavorativa che colpisce, in maniera particolarmente dura, la nostra città”. Lo scrive in una nota Genova in Comune, ritenendo che questa vicenda potrebbe essere l’occasione giusta per sottrarre i beni immobiliari pubblici al controllo di un ente pubblico/azienda che agisce con le stesse logiche del privato e necessita pertanto di realizzare profitti.
Genova in Comune pensa che sia necessari: “L’istituzione urgente di un audit pubblico sui bilanci di A.R.T.E. e sul debito che il Comune avrebbe con essa; un censimento di tutti i beni immobili pubblici (non solo case popolari) che l’Ente controlla, i canoni d’affitto ed i locatari (es. se si tratta di famiglie o di società), i prezzi di acquisto e di vendita degli immobili cartolarizzati ecc. Riteniamo anche che il Comune dovrebbe valorizzare il proprio patrimonio immobiliare, incentivando il riuso pubblico e l’autocostruzione, e favorendo lo sviluppo di progetti di co-housing, o altro utilizzo utile per la comunità. Fondamentale anche la messa in atto di politiche che diano risposte al disagio abitativo, con una celere assegnazione degli alloggi a chi abbia i requisiti necessari, e forme di tutela per le morosità incolpevole. Una bella occasione, insomma, per trasformare in positivo una vicenda che potrebbe trascinare il Comune in anni di contenzioso”.