Genova.Arriva questo sabato mattina (alle 10.30 alla Sala Sivori) per lanciare anche nel capoluogo ligure la sua candidatura a segretario nazionale del Pd in un clima che da ieri si è notevolmente surriscaldato, soprattutto dopo le critiche piovute dal duo Paita-Rossetti (“Orlando dica in cosa pensa di distinguersi da Renzi).
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, a 24 ore dall’ufficializzazione della sua candidatura, sa che a Genova può contare su un folto gruppo di sostenitori. Dai Parlamentari Tullo e Basso al segretario Terrile, dai consiglieri regionali Garibaldi e Lunardon al capogruppo in comune Simone Farello al presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello. E poi, nella città meno renziana della Liguria saranno tantissimi gli iscritti e i militanti che vorranno ascoltare la sua idea di partito.
Ma Orlando arriva a Genova a poche ore dalla scadenza (prevista per domani alle 20) della presentazione delle candidature per il congresso regionale. Se fino a ieri era certa la convergenza di tutte le correnti sul senatore Vito Vattuone, renziano ma non inviso alla sinistra del partito, la discesa in campo di Orlando e il battibecco conseguente hanno agitato le acque tanto che il lettiano Luca Parodi ha dato la sua disponibilità a candidarsi.

“Dopo quanto avvenuto alle Regionali c’è la necessità di ricomporre un partito e in questo senso sono favorevole a una candidatura unitaria come quella di Vito Vattuone – spiega Parodi – ma se lo sforzo che si sta compiendo in quella direzione non si realizzasse confermo la mia disponibilità”. Il riferimento Paita-Rossetti è esplicito: “Se pensano che a livello nazionale ci debba essere un partito senza dibattito se ne trovino un altro. Orlando fa parte del Pd e del Governo e un dibattito al congresso è indispensabile. Per quanto riguarda la Liguria per me oggi c’è un congresso unitario, ma se non sarà così non staremo certo a guardare”.
I non-renziani quindi mostrano i muscoli ed anche in questo senso l’appuntamento elettorale di Orlando organizzato nel giro di poche ore è un segnale chiaro dato ai renziani liguri. Ma sembra evidente che nella guerra di tifoserie per la carica più alta del partito che è cominciata ufficialmente ieri e nella ricerca spasmodica a un candidato sindaco che abbia qualche possibilità di arrivare almeno al ballottaggio il congresso ligure passa decisamente in secondo piano. Per questo probabilmente domani (sempre che la commissione di garanzia che si riunisce oggi non decida di unificare le date dei congressi regionali con quella del nazionale) solo una candidatura arriverà negli uffici di via Maragliano, quella di Vito Vattuone per riservare lo scontro interno alle primarie nazionali.