Portofino. Il Senato, lo scorso 10 novembre, ha approvato un disegno di legge che mira a trasformare il Parco di Portofino da regionale a nazionale. Il documento, dal primo febbraio 2017, è in esame presso la Commissione competente della Camera.
“Sul Parco di Portofino la Lega Nord ha perso un’altra occasione per tacere. Se i Consiglieri del centrodestra avessero letto la proposta di legge di riordino delle aree protette, che prevede l’istituzione del Parco Nazionale di Portofino, saprebbero che nelle cosiddette aree contigue l’attività venatoria potrà essere esercitata dai cacciatori tesserati presso l’Ambito Territoriale di Caccia competente. In più saprebbero che l’Ente Parco opera annualmente d’intesa della Regione e che quindi i vari soggetti continuano ad avere un ruolo attivo di confronto e di programmazione”. Lo dice Luca Garibaldi, consigliere regionale del Pd.
“La Lega Nord continua a seminare preoccupazioni strumentali e infondate, che dimostrano da un lato una allergia ai Parchi e dall’altro una dannosa contrapposizione tra cacciatori e tutela del territorio: una contrapposizione che continuano ad alimentare e che troppo spesso ha portato a danneggiare sia i Parchi Liguri e la tutela delle aree protette, su cui sono calati i tagli, sia lo stesso mondo venatorio, forzando su alcune soluzioni e non portando a casa risultati, nella logica del ‘chi troppo vuole, nulla stringe’. Noi pensiamo che sia finito il tempo della contrapposizione tra tutela dell’ambiente e mondo venatorio e che la Costituzione del Parco Nazionale di Portofino sia una grande opportunità per tutti, per il territorio e l’intera Regione. Peraltro, ricordiamo alla Lega, che anche il Presidente della Regione Liguria ha sostenuto, assieme ai sindaci, l’iniziativa del Parco Nazionale. Finora solo a parole: attendiamo fatti concreti. Si tratta di una occasione da non perdere, che va costruita con una collaborazione dal basso, e le polemiche strumentali della Lega vanno contro l’interesse del territorio: il Parco non è solo tutela, ma è anche valorizzazione del territorio, e porterà anche un investimento economico per il resto del territorio ligure. La Lega da che parte sta?”, termina il consigliere.
E ovviamente non poteva mancare la replica del Carroccio, che ha posizioni molto diverse. “Il Partito Democratico ha tolto la maschera. Loro sono contro i cacciatori liguri. Noi a favore dell’attività venatoria rispettosa dell’ambiente, del territorio e delle regole. Nel Disegno di Legge del Governo – spiegano i consiglieri regionali del Carroccio Alessandro Piana e Franco Senarega – è stato inserito il principio in base al quale sarà il regolamento del Parco a disciplinare le attività nelle aree contigue a tali Aree protette. Ora, invece, è di competenza delle Regioni. Assurdo che un organo del genere possa operare scelte che limitino la libertà amministrativa dei Comuni, come, in questo caso, ad esempio Rapallo o Recco”.
“Inoltre, è previsto che dovrà essere il Piano del Parco ad indicare le aree contigue d’intesa con la Regione, mentre adesso è la Regione che propone l’individuazione all’Ente gestore. Addirittura, la riforma prevede che la disciplina venatoria, estrattiva e la pesca nelle aree contigue, dovrà essere regolamentata dall’Ente Parco, il quale, arbitrariamente, potrà disporre divieti e restrizioni ad hoc solo acquisendo il parere di Ispra, quando ora tale disciplina è adottata dalla Regione sulla base di precise regole che rispettano l’ambiente e il territorio.
Pertanto, con il nostro ordine del giorno chiediamo alla giunta Toti di impegnarsi in sede di Conferenza Stato Regioni e di attivarsi presso il Parlamento affinché la Regione Liguria possa conservare almeno la possibilità di indicare i soggetti gestori delle aree di cui alla Rete Natura 2000 (Sic e Zps) e la disciplina delle attività all’interno delle aree contigue ai Parchi naturali, nonché di individuare le aree contigue e di regolamentare le attività estrattive, venatorie e di pesca all’interno delle aree contigue. Con il nostro ordine del giorno vogliamo invertire la scelta di accentrare tutto su Roma cancellando l’autonomia dei Comuni e della Regione”, terminano.