Liguria. Dopo i primi approfondimenti su polveri e ossidi di azoto, per quanto riguarda il 2016, Arpal commenta – in attesa della validazione definitiva – i dati relativi ad altri inquinanti. Fra questi il biossido di zolfo, il benzene e il monossido di carbonio, che sono rimasti nei limiti (anche se per quest’ultimo gas la centralina di Corso Europa, a Genova, ha sfiorato il limite di 10 mg/m3 della media sulle 8 ore).
Obiettivi invece superati per l’ozono, che a Genova – nel semestre aprile-settembre – è andato più volte sia oltre la soglia di informazione (180 µg/m3 sulla media oraria), sia oltre la soglia di allarme (240 µg/m3 sulla media oraria); fatto che non si sono verificati nel resto della regione. A Genova non è andato bene neppure il discorso relativo al valore obiettivo, il limite verso cui bisognerebbe tendere e da cui, invece, l’anno scorso ci siamo allontanati (120 µg/m3 sulla massima media 8-oraria giornaliera, da non superare più di 25 volte/anno come media sugli ultimi 3 anni); nel resto della regione, il valore obiettivo è risultato essere rispettato quasi ovunque.
Venendo al presente, sul finire della settimana scorsa si sono verificate le condizioni per una piccola curiosità: capita che intensi venti meridionali “trasportino” fino ai cieli della nostra regione la sabbia proveniente dai deserti del Nord Africa. Se poi si verificano precipitazioni, la pioggia deposita sugli oggetti – ben visibile sulle automobili – la componente sabbiosa che, essendo più grossolana, incide maggiormente sul PM10 rispetto al PM2.5. Un fenomeno che si è verificato venerdì scorso in modo particolarmente evidente nello spezzino.