Genova. Poco più di una dozzina di sindaci contrari, perlopiù vicini alla Lega Nord o al centrodestra a trazione Toti, hanno fatto saltare quello che avrebbe potuto essere un piano innovativo, quello dell’Anci ligure, per la gestione dell’accoglienza dei migranti. Un “no” politico ancora prima che pratico quello di sindaci come quelli di Rapallo, Portofino, Diano Marina, Savona.
Si chiama piano Sprar (sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) e avrebbe permesso di gestire i migranti in modo proporzionale al numero di abitanti e in base ai territori dei vari comuni della regione. Oggi, durante una affollatissima assemblea nella sala consiliare della Città metropolitana, a cui hanno partecipato circa 150 di sindaci, è stato votato un documento in cui si prende atto della impossibilità di un compromesso e si rimanda ai prefetti la decisione di quanti profughi inviare e dove.
64 voti favorevoli, 16 contrari e 11 astenuti il voto finale per un accordo che da Anci è considerato peggiorativo, anche se di compromesso, rispetto a quello elaborato precedentemente.
Cosa succederà adesso? Che deciderà il Governo. In Liguria tornerà a essere in vigore il piano nazionale di riparto del Ministero dell’Interno, basato sulla quota di 6043 presenze: 1216 posti sono assegnati al Comune di Genova (cui vengono attribuite 2 persone ogni 1000 abitanti); 798 ai 133 Comuni sotto i 2000 abitanti (6 per ciascuno, a prescindere dalla loro collocazione e dimensione, mentre nel caso del piano Anci si sarebbero valutate le varie situazioni); 4029 posti da ripartire sui rimanenti 101 Comuni sopra i 2000 abitanti: ovvero, 4,4 su mille abitanti. A decidere, a questo punto, non saranno i sindaci ma direttamente il ministero attraverso l’apertura dei Cas, centri di assistenza straordinaria.
Nel documento votato Anci Liguria conferma la propria disponibilità a occuparsi del tema dell’accoglienza, con pieno spirito di servizio a tutti i Comuni, anche di quelli che hanno detto no al piano. Quelli che hanno aderito, però, avranno la possibilità di vedere rispettata la clausola di salvaguardia, che li preserva dall’apertura di nuovi Cas. Anci conferma inoltre il proprio impegno per supportare i Comuni che si trovino in condizioni di palese superamento delle quote di riparto previste dal piano nazionale.
“Io e altri Comuni abbiamo detto no ad accogliere sedicenti profughi. Ci penserà il prefetto? Bene – dice il sindaco leghista di Diano Marina Giacomo Chiappori – Arriverà a dirmi ne prendi 15, vediamo se ci riesce, l’unica cosa certa è che i migranti nel mio Comune li metterà lo Stato, non io”.
“Fare un passo indietro al piano dell’Anci significa abdicare alla gestione del nostro territorio, nessuno ha chiamato i profughi a Ventimiglia, me li sono trovati, così come nel resto d’Italia – replica il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano – Non aderire allo Sprar significa abdicare al proprio ruolo di sindaco, se domani un prefetto mi dirà ‘ti mando nuovi richiedenti asilo’, io mi metto con i camion davanti alla struttura, la pazienza e’ finita, non possono pochi sindaci farsi carico del problema. Non possono essere solo tre Comuni”.
“Anci ha voluto occuparsi di migranti esclusivamente per tutelare i Comuni, e non per creare loro un problema – commenta Marco Doria, presidente di Anci Liguria, sindaco di Genova e della Città Metropolitana – Con la posizione condivisa oggi continua nel suo prezioso e capillare lavoro di formazione, informazione e assistenza tecnica”.