Lavagna. Continuano le reazioni alla tragedia verificatasi ieri a Lavagna, dove un ragazzo di 16 anni si è tolto la vita durante un perquisizione della guardia di finanza. “Occorre cambiare la legge sulle droghe, passando da un approccio repressivo a uno educativo”. E’ il commento di Riccardo De Facci, responsabile dipendenze del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza).
“Un evento così tragico – dice De Facci – deve far riflettere tutti, opinione pubblica e politica. Non possiamo continuare a gestire un fenomeno complesso come quello del consumo di droghe con modelli culturali che producono solo stigma e pesanti giudizi morali e con misure e procedure di carattere prevalentemente legale e repressivo. Il giovane sedicenne di Lavagna non era né un tossicodipendente né uno spacciatore. E’ evidente che nel suo caso, come in tantissimi altri, l’uso di sostanze ci interroga in modi che non riguardano affatto la dipendenza e la giustizia. Il Cnca ritiene che sia ormai indifferibile sul tema droghe, e ancor più per quanto riguarda la cannabis, un deciso cambio di rotta nelle politiche, passando da un approccio prevalentemente penale e punitivo a uno educativo e, ove necessario, sanitario”.
“Per queste ragioni – conclude De Facci – chiediamo, in primo luogo a Governo e Parlamento, che venga aperto un processo che porti a una revisione profonda della legge che regola la questione droghe nel nostro paese, approvata nel lontano 1990. Ci attendiamo che la recente nomina del capo del Dipartimento politiche antidroga, a cui auguriamo buon lavoro, possa favorire questo cambiamento richiesto da tempo dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori. E auspichiamo che, da parte del Governo, venga assegnata al più presto la delega politica
sulle droghe”.