Genova. 7500 visualizzazioni su Facebook, oltre 260 condivisioni, qualche centinaio di commenti. Un “candidabile” che si tira indietro dopo poche ore dall’inizio della corsa. Questa, in numeri, la sintesi delle prime due sessioni di “graticole” del MoVimento 5 Stelle che ha Genova è alla ricerca del nome (e del cognome) di chi correrà per la poltrona di primo cittadino. Sintesi – va chiarito – vissuta attraverso lo schermo di un pc, con la diretta Facebbok dell’appuntamento trasmessa dalla pagina ufficiale dei pentastellati genovesi.
Venerdì e sabato sera alla sala Cap di via Albertazzi una platea di iscritti ha assistito all’interrogatorio pubblico nei confronti dei cinque candidabili: Luca Pirondini, il tenore del Carlo Felice considerato da molti quello con le maggiori possibilità di vincere, Marika Cassimatis, insegnante, voce dei grillini della prima ora, Enrico Petrocchi, bancario e appassionato di economia, Andrea De Marco, dipendente dell’Università di Genova e Ilio Battistini, pensionato. Quest’ultimo, dopo la prima sessione di graticole, si è tirato indietro.
Tra i temi affrontati, quello della gestione del fenomeno migranti, la sicurezza in città, i conti delle aziende partecipate comunali, il verde pubblico e la vivibilità dei quartieri, Le domande, a parte a quelle poste alla fine delle sessioni dal pubblico, erano state preannunciate ai candidati che hanno dovuto rispondere mantenendosi entro ragionamenti della durata massima di due minuti. L’ “applausometro” corrispondente ai messaggi e commenti sotto la diretta, al netto delle espressioni di critica o plauso nei confronti dei conduttori della serata, Alice Salvatore e Sergio Battelli – sembra aver premiato soprattutto Pirondini e, in seconda battuta, Petrocchi.
Si è parlato anche delle eventuali liste di consiglieri comunali: “Quali saranno i criteri che il candidato sindaco userà per selezionare la sua squadra di (eventuale) governo”. Questa era una delle questioni più spinose, visto che i “candidabili”, per procedere nel loro percorso, dovranno avere raccolto almeno 27 preferenze espresse in segreto dagli iscritti al movimento. I critici di questo sistema sperimentale, che è stato chiamato “Modello Genova”, pensano che il rischio di avere “liste bloccate” è quello di dare troppo potere al singolo candidato e al suo gruppo di spinta.
Le risposte. Petrocchi ha affermato: “Incontrerà le persone una a una e ne valuterò le competenze perché i temi da affrontare da consiglieri saranno complicati. E la giunta dovrà essere politica”. Cassimatis ha detto: “Sarei in imbarazzo a scegliere da sola, vorrei che il processo fosse il più possibile partecipato, e che i consiglieri potessero essere scelti dagli attivisti, tenendo conto delle quote rosa”. De Marco ha spiegato: “Valuterò la qualità come attivisti e competenze, ma soprattutto come creare il più possibile una squadra coesa, anche in vista di decisioni potenzialmente scomode come sulla gestione di migranti e campi rom”. Infine Luca Pirodini: “Io credo che sia giusto prendersi responsabilità, e io me le prenderò, e terrò conto soprattutto dell’attivismo e della convinzione e conoscenza del movimento, sarà questo l’elemento fondamentale”.
Venerdì prossimo, sempre alla sala Cap, le ultime due sessioni. Dopodiché tutti gli iscritti esprimeranno il loro voto per uno dei candidati che supereranno la fase “graticola”.