Genova. A prima vista non te ne accorgi ma, appena ti avvicini in moto al semaforo di Stazione Marittima, ti rendi conto di essere “in trappola” . Prima un dosso, particolarmente subdolo perché l’asfalto deformato da lontano non si vede, poi una buca molto profonda e, infine, una “pezza” di asfalto nuovo su un cedimento.
E se per chi viaggia in auto questo vuole dire un semplice sussulto dell’abitacolo, per lo scooterista questa rappresenta la “tempesta perfetta”, una vera e propria sfida alla legge di gravità che molto spesso si risolve, se non con una caduta, almeno con un spavento.
L’asfalto di Stazione Marittima lo abbiamo scelto come esempio, per mostrare una situazione che, troppo spesso, mette a rischio i motociclisti. Ma, siccome non ci accontentiamo delle impressioni o dei “si dice”, abbiamo deciso di fare una vera e propria prova su strada e, armati di action cam abbiamo fatto un giro alla “Nanni Moretti” per alcune strade della città.
Il risultato lo potete vedere nel nostro video che mostra molto chiaramente quali sono i pericoli che affronta chi, ogni giorno, viaggia sulle due ruote. Anche perché alle buche e ai cedimenti si aggiungono altri pericoli, come i tombini, che con il bagnato diventano pericolosissimi, così come le giunzioni dell’asfalto o la segnaletica orizzontale.
Un racconto che, da un lato, diventa occasione per spiegare agli automobilisti il perché di alcune manovre, che sembrano azzardate, da parte di chi va sulle due ruote e dall’altro per costruire assieme ai motociclisti genovesi una tracciatura delle zone più a rischio.
Vi chiediamo quindi le vostre segnalazioni per disegnare una sorta di “mappa collettiva”, realizzata da chi si muove sul territorio, per segnalare i maggiori pericoli e, magari, trovare una soluzione.