Genova. Trovare un candidato unitario per evitare le primarie o, quantomeno, per sostenerle avendo a disposizione un nome forte e condivisibile da altre forze del centrosinistra. Missione impossibile (o quasi) per il Pd genovese che, in vista delle elezioni comunale, non ha ancora deciso chi proporre o sostenere come possibile sindaco e, nel frattempo, deve fare i conti anche con gli psicodrammi legati al congresso nazionale (e regionale) e al rischio di una scissione.
E allora ecco che entrano in gioco alcuni nomi esterni, o comunque non direttamente associati, al partito. La ricerca è a tutto campo e spazia dall’ambito dell’economia portuale a quello dell’innovazione tecnologica, con un’attenzione particolare al mondo della cultura e dello spettacolo.
I magnifici otto. Tra le figure sulle quali, nelle ultime ore, si sarebbero concentrati i dirigenti del Partito Democratico, almeno un paio sono docenti universitari. Una è Margherita Rubino, professoressa di Teatro e drammaturgia dell’antichità alla facoltà di Lettere e Filosofia, pubblicista e collaboratrice di alcuni quotidiani genovesi sui quali interviene spesso commentando la realtà genovese e i suoi cambiamenti. Senza dubbio una che ha un concetto “classico” di democrazia e politica. L’altro è Vittorio Coletti, accademico della Crusca, anche lui docente universitario, anche lui corsivista sui quotidiani, vicino al centrosinistra come idee e spunti. A Tursi sbarcherebbe l’autore (con Francesco Sabatini) di uno dei più conosciuti dizionari della lingua italiana.
Altro background per Alessandro Cavo, 39 anni, ristoratore di successo e dirigente di Ascom. Liberale, innamorato della città, nonostante in gioventù fosse stato tra i fondatori di Forza Italia Giovani, in occasione delle ultime elezioni regionali si era avvicinato maggiormente al centrosinistra. Si sarebbe pentito di quella indiretta scesa in campo, ma non è escluso che – vista la sua visione di Genova e il suo impegno nel promuovere il territorio – il Partito Democratico possa decidersi ad avanzare una proposta che, fino a oggi, non è mai stata esplicita.
Altro volto che circola in via Maragliano, dove si trova la sede del Pd, è quello di Gian Enzo Duci, 43 anni. Presidente nazionale di Federagenti, già presidente di Assagenti Genova, incarna lo spirito di una Genova orientata allo sviluppo ma senza dimenticare la propria tradizione umanista. Ad di Esagroup è anche presidente del consiglio di amministrazione del Teatro Stabile.
E ancora a un teatro – il Carlo Felice – avrebbero bussato alla porta i Dem cittadini. C’è chi è pronto a scommettere su Maurizio Roi, sovrintendente dell’ente lirico, personaggio sanguigno benché profondamente intriso di cultura “alta” e con un passato politico ben definito. Il 59enne è stato nel Cda della Banca di Romagna e ha svolto attività di amministratore pubblico con la tessera dei Democratici di Sinistra. Più “rosso” di tanti altri nomi, dunque, e con nel curriculum anche un’esperienza da sindaco per diversi anni a Lugo di Romagna (Ravenna), il paese dove tuttora vive. D’altronde “Sono soltanto 360 chilometri in autostrada”, scrive sulla sua pagina Facebook. La distanza tra Lugo e Genova non è poi così ampia per chi volesse proporre un “papa straniero”. Per non parlare della suggestione di uno scontro a due, in caso di ballottaggio, se il candidato dei Cinque Stelle fosse il tenore e maestro d’orchestra del Carlo Felice, Luca Pirondini.
Il palcoscenico come strumento di lavoro anche per un altro dei “magnifici otto” di cui si chiacchiera in casa Pd: Vincenzo Spera. Presidente di Assomusica e titolare di Duemilagrandieventi, 64 anni, 40 dei quali spesi come promoter di concerti, recentemente ha scritto un libro autobiografico – “A un metro dal palco” – che potrebbe preludere a un impegno politico da protagonista. Per il Partito Democratico (e per i Ds prima, e il Pci ancora prima) è “storicamente” l’organizzatore degli eventi di spettacolo durante le Feste dell’Unità.
Qualcuno starebbe sondando anche il mondo delle toghe. Alessandro Ghibellini, ex pallanuotista plurimedagliato e notissimo avvocato genovese, noto nell’ambiente come “palombella rossa” per la sua collocazione politica, sarebbe un corteggiato più abbordabile rispetto al professor Vincenzo Roppo, tra i massimi esperti italiani di diritto.
Per chi sentisse – legittimamente – la mancanza di un tocco femminile, l’unico nome in ballo, oltre a quello di Margherita Rubino, è quello di Maria Silva. Ingegnere e manager 40enne, già direttore dello sviluppo per Genova High Tech (la società dietro al progetto Erzelli), oggi è la presidente di Difesa Servizi, partecipata al 100% dal ministero della Difesa, nonché nel cda di Ge.Am (partecipata da Amiu e Autorità portuale). Non nuova alle campagne elettorali: nel 2013 si è candidata come consigliere regionale in Lombardia con la lista civica di Umberto Ambrosoli, che poi perse il confronto contro il leghista Roberto Maroni.
Tra questi otto potrebbe esserci uno dei candidati sindaci sostenuti dal Pd, tenendo conto che nel grande mercante in fiera della politica genovese, molte altre carte sono già sul tavolo: Borzani, Bernini, Arata, Piazza, Regazzoni, Cuocolo sono soltanto alcuni dei tanti (troppi?) nomi in ballo.
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