Domani

Corteo degli animalisti contro l’Acquario di Genova e tutte le “prigioni marine”

I delfini

Genova. L’associazione Animalisti Onlus e gli Animalisti Genovesi hanno organizzato per domani, sabato 18, un corteo nazionale a Genova per chiedere la chiusura dei delfinari e parchi marini in Italia.

La manifestazione partirà da piazza della Vittoria (lato via Cadorna) alle 15 e arriverà in piazza Caricamento per una protesta condivisa da numerose associazioni e gruppi: Sea Shepherd, Animalisti Italiani, N.A.L.A, M.E.T.A, Riscatto Animale, A.V.I, Fronte Animalista, Animal Renegade, Tursiopi Liberi, Cani Sciolti, Movimento Antispecista Piemonte e tanti altri ancora.

“Genova è una città bellissima, ricca di storia e cultura: perché dev’essere nota soltanto per una enorme prigione?
Nell’Acquario di Genova sono rinchiusi circa diecimila animali di ottocento specie diverse: potranno anche essere curati e nutriti, ma saranno per sempre condannati a una vita in cattività, alienante e contraria alla propria natura. Valga per tutti l’esempio della vasca tattile: ai trigoni è stata amputata la coda per eliminare il pungiglione, che potrebbe essere pericoloso, per consentire ai visitatori di accarezzarli. Un pò come strappare i denti ai cani in attesa di adozione nei canili”, si legge in una nota.

“In una discutibilissima pubblicità l’Acquario di Genova viene presentato come ‘più bello del mare’. Quanta ipocrisia, a spese di chi quel mare non lo vedrà mai più. Pensate ai pinguini: per loro il cielo è la vernice azzurra dei muri, e il sole la luce artificiale delle lampade. Ma ancora più tristi sono i fiocchi rosa esposti per celebrare le nuove nascite. Per noi non c’è nulla da festeggiare. Per noi quei fiocchi dovrebbero essere neri, perché sappiamo che quei cuccioli sono nati in una vasca, vivranno in una vasca, e purtroppo moriranno in una vasca, senza aver mai conosciuto il sole, le correnti, le onde. Questo ci ricorda come gli acquari e i delfinari, esattamente come gli zoo o i circhi con animali, siano luoghi altamente diseducativi. Innanzitutto perché è impossibile apprezzare e conoscere le caratteristiche di una specie osservandola in cattività, dove i suoi comportamenti saranno forzatamente diversi. Basta l’esempio dei delfini o degli squali, che in natura nuotano per centinaia di chilometri al giorno e restano immersi per gran parte del tempo, a profondità che possono raggiungere i duecento metri. Come è possibile rispettare queste loro esigenze nei pochi metri delle vasche? Quanto può essere didattico?”, proseguono gli animalisti

“Ma non solo: quale insegnamento diamo ai bambini, ponendoli di fronte ad animali in gabbia? Che è giusto divertirsi osservando esseri imprigionati senza colpa? Che è un nostro diritto rinchiuderli per il nostro piacere o, peggio, per il profitto di pochi? Che è lecito farlo, perché sono diversi e indifesi? Riflettiamoci: questa non è “solo” una battaglia per i diritti animali. E’ qualcosa di più profondo, che riguarda tutti noi. La mancanza di empatia per la sofferenza altrui è pericolosa e diseducativa. E’ necessario cambiare strada: insegniamo a non accettare qualsiasi forma di sopraffazione e sfruttamento, mostriamo valori quali compassione, solidarietà, rispetto. E solo allora il futuro potrà essere migliore, per noi e per tutti gli abitanti di questo martoriato pianeta. Chiediamo al governo italiano e alle amministrazioni comunali e regionali di bandire una volta per tutte queste prigioni marine, impegnandosi per una loro riconversione e un graduale reinserimento in libertà di tutti gli animali attualmente detenuti”, terminano le associazioni.

leggi anche
animalisti corteo contro acquario
No allo sfruttamento
“Solo un’enorme prigione”: gli animalisti sfilano contro l’Acquario

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.