Genova. Mentre gli esponenti del nuovo MSI-Destra Nazionale esprimono sulla pagina Facebook del partito solidarietà al “rifondatore” Gaetano Saya, arrestato ieri dai carabinieri in un’abitazione di Corso Dogali a Genova perché colpito da un ordine di carcerazione per cumulo emesso nel giugno del 2014 dalla Corte d’appello di Milano e minacciano di querelare i giornali, emergono alcuni dettagli sul suo arresto.
Saya, che deve scontare 3 anni e 10 mesi per un cumulo di condanne tra cui una per calunnia, era stato trovato per puro caso grazie a una segnalazione arrivata alla compagnia dei carabinieri di San Martino circa un personaggio definito anomalo che si aggirava per il quartiere. Sì perché Saya era irreperibile, almeno alle forze dell’ordine, da due anni e mezzo tanto che i carabinieri avevano redatto un verbale di “vane ricerche”. Non è corretto quindi parlare di “latitante” e forse nemmeno di “ricercato” visto che forse nessuno in effetti lo stava cercando. “Irreperibile” invece sì visto che quando è stato cercato nella residenza comunicata alla procura di Milano al momento della notifica degli avvisi rispetto ai procedimenti in corso, lì non ci viveva evidentemente più.
Fatto sta che Saya, rifondatore del MSI destra nazionale, di cui è presidente la moglie Antonietta Cannizzaro, inaspettatamente stava a Genova. Secondo quanto appreso a Genova lui e la moglie avrebbero tentato senza successo di aprire una sede del Msi. E il tesoriere, almeno sulla carta, del Msi-Destra nazionale è nientemeno che l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito che tuttavia, secondo quando si apprende, non avrebbe altri legami con Saya.
I militanti del nuovo MSI-destra nazionale denunciano inoltre il fatto che Saya sarebbe stato definito scorrettamente “neofascista”, mentre loro si definiscono “nazionalisti” ma proprio Saya, insieme alla moglie nel 2012 è stato condannato proprio per apologia del fascismo, almeno in primo grado, dal Tribunale di Roma: 11 mesi lui e 5 lei. Saya è stato condannato per aver creato due gruppi, le Ronde Nere e la Guardia Nazionale Italiana, associazioni di tipo paramilitare, con tanto di divise e stemmi di tipo fascista.
Saya nel 2005 venne indagato dalla procura di Genova grazie a un’indagine della Digos per la creazione del Dipartimento studi strategici antiterrorismo (Dssa), una sorta di servizio polizia parallela, ma è stato prosciolto dalle accuse.