Genova. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltraporti, Faisa Cisal e Ugl hanno deciso la data dello sciopero dei bus a Genova dopo il nulla di fatto in Prefettura dove il Comune di Genova, fra l’altro, non si è presentato per rispondere alle criticità segnalate dai sindacati.
Venerdì 24 febbraio, quindi, niente bus in città per 4 ore dalle 11.45 alle 15.45.
Come anticipato da Genova 24, nell’incontro del 2 febbraio si sono presentati solo la Regione e l’azienda, ma nessuno – neppure un funzionario – del Comune di Genova e della città metropolitana.
I problemi principali rispetto al trasporto pubblico riguardano la necessità di sostituire il personale che a partire da questo mese dovrebbe lasciare l’azienda anche grazie agli incentivi previsti dal Fondino regionale: circa un centinaio di autisti che secondo l’azienda a causa del decreto Madia non potranno però essere assunti a tempo indeterminato, con conseguenti maggiori costi per l’azienda stessa (8 mila euro l’anno in più per ogni neoassunto). Ancora l’azienda ha fatto sapere che dal suo bilancio manca un milione di euro. Per risparmiare il Comune ha dato mandato di procedere ad esternalizzazioni per un milione di chilometri (sessanta posti di lavoro in meno)
“Il sospetto che ci viene è più che lecito – spiega Antonio Cannavacciuolo, Uiltrasporti – non è che si vuole svuotare pian piano l’azienda per renderla apparentemente meno costosa e più appetibile in vista della gara?”. Ma è proprio la situazione in cui Amt arriverà alla gara e come parteciperà a preoccupare ulteriormente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl: “Ci è stato detto che all’azienda manca un milione di euro ma la Regione ha spiegato che i tagli fatti al tpl quest’anno sono di un milione a livello regionale e quindi i mancati introiti di Amt non sappiamo da dove derivino né quale sia ad oggi la situazione del bilancio. Se ci aggiungiamo la situazione di Atp che dovrebbe corre in Ati con Amt per il lotto della città metropolitana non possiamo che essere preoccupati”.
Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda i nuovi bus che non funzionerebbero a dovere “Tutte le vetture nuove della serie 7 mila, che sono 65 e avrebbero dovuto abbattere i costi di manutenzione, non partono e hanno problemi di frenatura con la conseguenza che ogni volta che l’autista mette il piede sul pedale del freno la gente sul bus rischia di farsi male. Ovviamente, poi sono arrivate col posto guida non chiuso, come era stato richiesto. L’azienda ci ha spiegato che ha già richiesto alla ditta fornitrice il pagamento di alcune penali, ma non sono le penali che risolvono i problemi al tpl e ai cittadini”.