Genova. Con una spaccatura dei sindacati oramai irrecuperabile (la Cgil questa mattina in assemblea ha ribadito che l’accordo del 26 gennaio è ciò che di meglio era possibile ottenere così come ha rivendicato la spaccatura con le altre sigle) i lavoratori di Amiu si preparano ad una nuova mobilitazione per martedì 7 febbraio e ad uno sciopero per il martedì successivo, il 14.
Sì perché, dopo la bocciatura da parte della commissione di garanzia dello sciopero previsto per questo martedì, Cisl, Uilitrasporti e Fiadel hanno aperto uno nuovo stato di agitazione chiedendo la convocazione della commissione di conciliazione e nel frattempo indicando la data dello sciopero per il giorno di San Valentino. Il giorno dello sciopero, in realtà, visto la procedura estremamente burocratica delle legge 146, potrebbe anche slittare di qualche giorno.” Tutto dipende da quando verrà convocato il tavolo in Prefettura che ad oggi per noi è l’unico tavolo possibile” spiega Roberto Gulli della Uiltrasporti.
Le richieste di Cisl, Uiltrasporti e Fiadel non cambiano come emerge dalla lettera alla Prefettura: il mantenimento della quota di maggioranza di Amiu nelle mani del Comune, la certezza sulla proroga del contratto di servizio fra Tursi e Amiu, la conferma del piano industriale di Amiu già approvato e l’individuazione nella città metropolitana delle aree per i nuovi impianti.
Intanto martedì la deliberà sarà votata dal consiglio comunale e ha ampie possibilità di passare grazie all’astensione del centrodestra. I voti a disposizione della maggioranza sono 16, sindaco compreso (se a loro si aggiungessero i consiglieri di Percorso comune arriverebbe a 19), 9 invece i no certi (2 M5S, 3 Effetto Genova, 2 Federazione della sinistra e 2 Rete a sinistra), ma il centro destra è orientato ad astenersi, convinto che in fondo della privatizzazione non si possa fare a meno e consapevole che gli scontenti se la prenderanno comunque con la maggioranza.
“I consiglieri devono sapere che si assumeranno la responsabilità politica di votare una delibera contro il parere dei lavoratori, perché la Cgil ha fatto l’accordo ma i lavoratori no” spiega il delegato rsu della Cisl Umberto Zane, l’unico che quell’accordo del 26 gennaio il cui verbale è stato allegato alla delibera non lo ha mai voluto firmare: “I lavoratori non vogliono essere privatizzati – dice – magari hanno ragione, magari no, ma quello è il loro mandato e io rispettandolo, comunque finisca ho la coscienza a posto”.
Martedì per Tursi sarà comunque una nuova giornata di protesta, anche se al momento non è ancora stata convocata la nuova assemblea retribuita: “Dobbiamo confrontarci con Cisl e Fiadel – spiega Gulli – ma molto probabilmente diremo a chi è fuori servizio di venire a Tursi”. “Vedremo cosa succederà a seconda che ci sia o meno la convocazione in prefettura – aggiunge Zane – che già oggi avrebbe dovuto darci una data per il tentativo di conciliazione. Se entro domani non lo farà invieremo una lettera formale, come previsto dal regolamento del settore sulla 146, dicendo che non avendo ricevuto la convocazione dichiariamo esperite le procedure di raffreddamento e convocheremo lo sciopero per il 14”
Quella di martedì comunque è soltanto la prima delle due delibere sull’aggregazione Amiu-Iren che dovrà passare al vaglio del consiglio comunale: dopo quella di indirizzo entro la fine di marzo dovrà esser votata la delibera che sancirà la nascita della nuova azienda.