Genova. Non ha fatto una conferenza stampa il sindaco di Genova Marco Doria per ribadire l’importanza per la giunta dell’approvazione della delibera di indirizzo sull’aggregazione tra Amiu ed Iren. Ha ‘convocato’ solo colleghi dei due quotidiani cittadini che questa mattina sono usciti con dichiarazioni pressoché identiche. Tra queste un’accusa pesante ai lavoratori di Amiu che in ben tre assemblee hanno detto no all’accordo firmato da Cgil, Uiltrasporti e Fiadel il 26 gennaio, che ha poi portato al ritiro della firma da parte di Uil e Fiadel che si sono uniti al no della Fit Cisl.
Il sindaco ha però accusato i lavoratori di essere una “minoranza” e, peggio, di aver ottenuto il no con “minacce fisiche”. Nell’assemblea unitaria di lunedì, a dire il vero, dove hanno partecipato oltre 500 lavoratori, come sancito dallo stesso coordinatore rsu della Cgil, il no per alzata di mano è stato unanime
Com’era prevedibile la reazione dei lavoratori non si è fatta attendere. “Si tratta di dichiarazioni – scrivono in una nota i lavoratori dell’Ula – che riflettono la disperazione di un uomo senza argomenti.”Siamo stati più compatti delle organizzazioni sindacali e della ‘maggioranza’ del sindaco – dicono – che ha rinviato il voto di una settimana per cercare di raccattare qualche voto qua e là e di garantirsi la neutralità di un pezzo di ‘opposizione’. E soprattutto abbiamo lanciato un messaggio forte e chiaro: non smetteremo di lottare per difendere i nostri posti di lavoro, i nostri stipendi, la nostra dignità e il servizio pubblico ai cittadini”.
Ma rabbia per le accuse del sindaco è tanta: “Caro Doria, se noi dicessimo che i consiglieri che voteranno sì sono stati minacciati fisicamente cosa faresti? – scrivono ancora – Se hai notizie di minacce perché non vai in Procura a denunciarle? Tu c’eri alle assemblee di cui parli? Non ci risulta. Allora chi ti ha passato la velina? Dai dati così precisi a parte quelli sul voto sulla riunione della CGIL sembra di capire i vertici della stessa Cgil, che del resto con le loro ultime scelte hanno dimostrato di essere ‘a fianco della Giunta più che dei lavoratori”.
“Lo sai che il contratto nazionale firmato dai sindacati che dovrebbero rappresentarci di recente è stato bocciato in un referendum a cui hanno partecipato l’80% dei lavoratori con un 77% di no? – dicono furiosi – Ma accettiamo la sfida. Facciamo che se la delibera non viene approvata dalla maggioranza assoluta del consiglio comunale viene ritirata? Vuoi fare un referendum in azienda per verificare come la pensano i lavoratori?”
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