Il voto

Amiu-Iren, il consiglio comunale boccia la delibera sull’aggregazione fotogallery

Ora la giunta riunita dal sindaco. Non escluse le dimissioni

Amiu-Iren: la protesta a Tursi

Genova. La delibera sull’aggregazione Amiu Iren non passa. 14 voti a favore, 19 contrari e 6 astenuti fra gli applausi dei lavoratori rimasti in sala rossa per tutto il giorno e ora la giunta Doria deve decidere se dimettersi.

A decidere tutto una riunione dell’opposizione che si è tenuta nel primo pomeriggio. Opposizione compatta del centro destra ad eccezione di Enrico Musso che si è astenuto. A votare no sono stati consiglieri del M5S e di Effetto Genova, i due consiglieri di Federazione della sinistra, Clizia Nicolella e Marianna Pederzolli di Rete a sinistra, il leghista Alessio Piana e i cinque consiglieri del Pdl (Lilli Lauro, Matteo Campora, Stefano Balleari e Mario Baroni).

A dire sì gli otto consiglieri del Pd, tre della lista Doria (Pignone, Camparini, Gibelli), Chessa di Sel, Anzalone (Misto).

Il sindaco di Genova Marco Doria ha tentato di convincere i tre consiglieri di Percorso Comune (Salvatore Caratozzolo, Paolo Gozzi, Giovanni Vassallo) che hanno invece confermato l’astensione. Astenuti anche Gianpaolo Malatesta (Possibile), Enrico Musso (Lista Musso) e LucioValerio Padovani (Lista Doria).

Molto sofferto, ma deciso da tempo, il voto di Pederzolli e Nicolella, che le ha divisi dal resto della Lista Doria e dal capogruppo Enrico Pignone: “Il nostro voto è tutto sul merito a non politico – ha detto Perderzzolli – crediamo che questa delibera non garantisca il controllo di quello che succederà in futuro La scelta coraggiosa che l’amministrazione ha fatto due anni fa con il piano industriale di Amiu e quello della raccolta differenziata proposto dal Conai non può essere garantito da questa operazione. Non possiamo scegliere il meno peggio, ma dobbiamo valutare tutte le opzioni possibili per ottenere il meglio per il futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori”.

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Un voto compattamente politico lo ha espresso invece il centro destra, motivato in aula dalla capogruppo Lilli Lauro, vera artefice dell’operazione che ora mette in crisi la giunta Doria: ” “Questo nostro voto è politico, perché non saremo la sua stampella. Votiamo convintamente no perché non diamo mandato a lei e alla sua giunta di trattare le sorti dei lavoratori e di questa azienda”. La decisione del centro destra, che fino a ieri era indirizzata sull’astensione è arrivata dopo l’ennesimo confronto con il governatore Toti che di fatto ha dato solo oggi il via libera al “cartellino rosso”.

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