Il vertice

Mercato del pesce, Piazza lascia la Camera di Commercio tra le contestazioni fotogallery video

Avvio disastroso nel nuovo Mercato ittico a Ca' de Pitta: operatori, Comune e Camera di Commercio alla ricerca di correttivi

Genova. Agg. 17 L’assessore Emanuele Piazza ha lasciato il vertice in Camera di Commercio, dove era in corso la discussione sul futuro del mercato del pesce a Ca’de Pitta. Ad accorgersene, però, gli operatori del comparto che lo hanno inseguito e contestato. Piazza è poi entrato a Palazzo Tursi. Gli operatori sono fermi davanti a uno degli ingressi di Tursi: “Volevamo solo un confronto, non era il caso di scappare”. La situazione non ha fatto altro che alzare il livello di tensione tra gli operatori, preoccupati per il loro futuro.

Agg. 16.40 E’ stato un video che circola sulla loro chat interna a convincere i commercianti del pesce, dalle 13 davanti alla Camera di Commercio, a fare pacificamente irruzione nella sala dove si tiene la commissione momentaneamente sospesa. Nelle immagini si vedono i lavori che in questo momento verrebbero fatti a Ca’de Pitta e che riguardano l’innalzamento di barriere per regolamentare la viabilità. “Noi cerchiamo una soluzione e loro alzano le barricate”, dicono alcuni degli operatori del mercato del pesce di Genova che adesso sono all’interno della Camera di Commercio in attesa che riprenda la riunione nella quale chiederanno conto di questa novità.

Alla disperata ricerca di una soluzione che possa permettere, già domattina o comunque al più presto possibile, di migliorare la logistica del nuovo mercato ittico di Genova. In corso nella sede della Camera di Commercio, in via Garibaldi, un incontro tra dettaglianti e grossisti del mercato del pesce, ente camerale e Comune di Genova dopo l’avvio disastroso delle attività in Ca’ de Pitta dopo il trasferimento da piazza Cavour.

Parcheggi, orari di accesso, viabilità e dotazioni della struttura sono i temi al centro della riunione. “Ci sono soltanto 60 stalli di sosta per i dettaglianti – dice Danilo Veloce, presidente dell’associazione Adpsf – ne servirebbero 100, 150, quanti siamo noi. Inoltre il Comune pretende un ingresso a partire dalle 4e30, mentre noi chiediamo un’entrata anticipata in modo da non arrivare tutti nello stesso momento”. Un’altra opzione richiesta dagli operatori è la rimozione di alcuni jersey di cemento presenti in piazzale Bligny in modo da poter evitare l’ingorgo di mezzi in entrata e uscita dal varco di via Adamoli, come predisposto invece dall’accordo firmato con il Comune e la gestione del mercato.

“Sono tutte richieste di cui si può discutere – dice Paolo Corsiglia, dirigente della Camera di Commercio, ente che in questa fase ha un ruolo di regia – ma dovrà essere l’amministrazione comunale ad avere l’ultima parola e il mio timore è che non ci siano i presupposti per arrivare a un compromesso nel giro di poche ore”. Complessa anche la situazione dei grossisti: stamani una dozzina di frigoriferi erano fuori uso poiché non esisteva ancora l’allaccio con la rete del gas. Inoltre nel piazzale non ci sarebbe spazio a sufficienza per le operazioni concomitanti dei bilici di chi opera all’ingrosso e dei furgoni dei dettaglianti.

Pescherie chiuse per protesta

All’incontro di via Garibaldi presente l’assessore allo Sviluppo economico Emanuele Piazza. Intanto altri esponenti della giunta provano a fare il punto. “Nel nuovo mercato ittico in Valbisagno i servizi anche di accesso sono molto migliorati rispetto a piazza Cavour – ha detto l’assessore comunale ai Lavori pubblici Giovanni Crivello – mi pare che complessivamente piazza Cavour fosse una location meno funzionale. Ora con gli operatori possiamo migliorare altre criticità”.

Di tutt’altra opinione i titolari delle pescherie. Gran parte di loro, stamani, in segno di protesta, hanno tenuto le saracinesche abbassate. Una sessantina di operatori si sono dati appuntamento in via Garibaldi per aspettare l’esito della riunione in Camera di Commercio. Una per tutte, la voce di Chiara Bixio, esercente di Sampierdarena: “Questa nuova struttura è un disastro e chi ha organizzato Ca’ de Pitta non può pretendere di decidere quali debbano i nostri orari. Servono delle soluzioni e servono in fretta”.

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