Genova. Prima arrivarono le Torri Faro (non senza difficoltà), il grattacielo Msc e poi, nell’ottobre scorso, l’inaugurazione della nuova concessionaria Mercedes Novelli di Sandro Biasotti, esposizione multipiano con investimento da 13 milioni di euro per “contribuire a riqualificare una zona depressa di Genova”.
Via di Francia cambia faccia, a colpi di demolizioni e ricostruzioni, e così l’area di San Benigno, una terra di nessuno, da sempre associata a degrado e prostituzione. L’ultimo tassello, ma solo in ordine di tempo, è l’arrivo di Decathlon, il noto negozio di sport che, da Campi (metratura troppo piccola per gli standard del colosso francese) dovrebbe spostarsi proprio nell’area, ora dedicata all’esposizione di auto usate, ancora di Biasotti. Per il passaggio di proprietà, si dice, è questione di giorni.
Con lo sbarco di Decathlon, l’antico progetto di riqualificazione iniziato con la Cooperativa Promontorio, proseguito con le torri Unieco (le ex Vele degli anni Novanta poi diventate Faro, abitate solo da un paio di anni ma non ancora riempite) e con la concessionaria Novelli, va definitivamente in porto.
Mancano però ancora alcuni tasselli. In primis l’inaugurazione della (ormai agognata) rampa di accesso alla sopraelevata di via Milano che darebbe di fatto inizio al secondo lotto dei lavori di San Benigno e per cui Tursi aspetta la riconsegna aree da Roma. Terminate le feste natalizie, si presuppone che l’ok arrivi, anche qui, a giorni. Una volta inaugurata, partiranno le modifiche alla viabilità che rivoluzioneranno l’area come vuole il progetto del nodo, suddividendo il flusso del traffico veicolare da quello dei mezzi pesanti, sia quelli provenienti dal ponente attraverso la strada a mare e lungomare Canepa, sia soprattuto quelli che arrivano dalla A7 e sono diretti in porto.
Resta invece senza volto lo spazio privato dell’operatore genovese Tubino, accanto alla caserma dei vigili del fuoco. Dopo la demolizione dei manufatti “incongrui” e pericolosi, l’area è diventata edificabile ma senza idee che ne disegnino il futuro. “Per ora non ha presentato alcun progetto”, conferma il vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Stefano Bernini. Ma chi sa che, sull’onda della riqualificazione e dei nuovi arrivi, qualcosa si muova anche su questo fronte.
Certo, per definirla area di prestigio, ci sarebbe da eliminare un “problemino urbanistico”, quella serie di attività produttive all’interno del demanio che “stridono” e che l’Autorità Portuale “non ha mai mandato via”. Sono le fila di camion parcheggiati in attesa di riparazione, ad esempio, proprio a fianco del grattacielo Msc.
E proprio con Autorità Portuale, ora che è stato ufficializzato il cambio al vertice con il nuovo presidente “si comincerà a ragionare, confidando in una mentalità più aperta”, spiega ancora Bernini.
Infine, c’è anche il futuro della ormai ex Centrale Enel per cui sono in ballo, sempre sul tavolo dell’Autorità Portuale, due opzioni “non conflittuali fra loro”, sottolinea l’assessore. Il polo museale e il trasferimento di Carmagnani e Superba.
Enel sta riflettendo su come avere una sorta di doppio uso, sia per attività di tipo trasportistico, sia, per quanto riguarda l’edificio storico, la creazione di un polo museale ad attrazione turistica. Con un problema logistico: accedere alla Centrale sarebbe impresa tecnicamente difficile per i turisti, si tratta, infatti, di un’area strategica per i trasporti merci all’interno del porto, non protetta. Ma Tursi studia soluzioni. “Abbiamo proposto un progetto all’Università per un ponte pedonale che unisca i giardini della Lanterna fino alla parte storica della Centrale”.