Genova. Dieci giorni, massimo due settimane. Sembrano questi i tempi per definire, almeno a grandi linee, la coalizione del Pd ed si spera, anche il candidato sindaco. Ma non è detto che alla fine anche se si troverà un nome condiviso almeno da parte di questa coalizione, non si facciano primarie aperte proprio per dare forza a quel nome. Inutile girare intorno al fatto che Luca Borzani è la figura su cui convergerebbero tutti, anche quelli, come Gianni Pastorino di Rete a sinistra, che oggi dicono che con il Pd non ci sarà nessuna alleanza. Discorso valido anche per il suo omonimo Luca Pastorino di Possibile.
Ed è l’ipotesi a cui tutti stanno lavorando. Anche se non è affatto detto che una volta trovato il candidato, il centro sinistra rinunci alla primarie, soprattutto se il nome non fosse quello di Borzani:” E’ giusto che si vada alla ricerca del candidato più rappresentativo possibile – dice in questo senso il renziano Massimiliano Morettini – ma siamo sicuri che tutta la coalizione sarà d’accordo? Ovvio che fare primarie con tre-quattro candidati del Pd sarebbe deleterio, ma se qualcuno della coalizione vorrà portare un proprio candidato le primarie restano uno strumento utile”. Sulla possibilità di primarie ‘aperte’ in caso non si arrivi a un nome condiviso, concorda anche il presidente del Municipio Centro Est Simone Leoncini: “Secondo me o si trova un candidato dal profilo alto, una figua di sintesi e indipendente, oppure si dovrebbero indire primarie aperte per costruire nuova coalizione progressista e civica”.
Il segretario del Pd Alessandro Terrile di fatto non le esclude ma non le auspica: “Ci sono tanti candidati nel Pd ad avere le carte in regole per poter fare il sindaco ma auspico che arriveremo a una figura condivisa da tutta la coalizione o almeno da una buona parte.” A quel punto, sarà l’assemblea provinciale del Pd a decidere visto che con il 60% dei voti si potrà dire addio alle primarie.
Se primarie dovranno essere sarà sempre il regolamento del Pd a tentare di porre un freno alle guerre fratricide che potrebbero in astratto vedere contrapporsi i nomi che già tutti conoscono, quelli del vicesindaco Stefano Bernini, magari contro l’assessore Crivello, il pop filosofo Simone Regazzoni e l’assessore Emanuele Piazza . A limitare i danni il regolamento del partito che impone a ciascun candidato del Pd di raccogliere il 35% delle firme dell’assemblea provinciale.
Ed è anche a questo che sta lavorando silenziosamente soprattutto l’assessore comunale allo Sviluppo economico Emanuele Piazza.
Dipendente di Iren in aspettativa e assessore da circa due anni, sta lavorando ufficiosamente ma ormai nemmeno troppo alla sua candidatura attraverso incontri mirati che vanno da tutti i gruppi consigliari della maggioranza del sindaco Doria alle Acli, dall’Arci ai municipi, dalle associazioni dei commercianti a Confindustria. Addirittura alla Fiom. Di recente Piazza ha incontrato anche l’ex governatore Claudio Burlando. Piazza lavora dentro il suo partito per le firme dell’assemblea e fuori, per tastare il terreno prima di ufficializzare la sua decisione.
Nel Pd, e non solo, gli hanno fatto capire che la sua candidatura ad oggi non può uscire allo scoperto, almeno finché tutti i tentativi per arrivare a una “nome di peso più elevato” non verranno espletati. Poi, se primarie saranno ci sarà spazio anche per lui, almeno sulla carta.
Quella di Piazza è però una candidatura che non suscita grandi entusiasmi neppure tra i renziani anzitutto perché non lo considerano capace di convogliare una coalizione ampia. Non solo. Tra le critiche che vengono fatte all’assessore renziano c’è il bilancio di un mandato cominciato in maniera brillante ma poi divenuto abbastanza inconsistente sulle partite industriali (Ilva, Piaggio ed Erzelli, per esempio) oppure proprio mal gestito, come nel caso dell’ordinanza anti movida e del trasferimento del mercato del pesce. Ancora, non piace molto l’atteggiamento poco chiaro dell’assessore rispetto alla sua stessa corrente di provenienza, quella renziana: rivendicata in certi ambienti ma invece minimizzata ogni qual volta si rivolge alle forze e alle associazioni più tradizionalmente di sinistra.
Per questo, anche da parte renziana in molti gli preferirebbero l’assessore Gianni Crivello, che non ha ancora detto sì, ma nemmeno un no deciso. In attesa, ormai più formale che altro, che a dire qualcosa sia il sindaco Marco Doria. Ma a fine mese, ormai, i giochi saranno fatti anche senza il suo ‘placet’.
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