Genova. Ricordare 365 giorni all’anno per pensare e cercare di capire “come il ricordo e la riflessione ci possano aiutare nella realtà e nelle scelte di oggi per opporsi a razzismi e xenofobie”. Parte da questo assunto Marco Doria nel suo intervento a Palazzo Ducale per il Giorno della Memoria parlando davanti ai rappresentanti di tutte le istituzioni, della Comunità Ebraica, dell’Aned e a molti ragazzi e ragazze delle scuole della Shoah “tragedia enorme degli ebrei sterminati nei lager, uccisi nei ghetti delle città e fucilati sulle strade in tutta l’Europa” e nell’orrore dell’annientamento programmato furono falcidiati anche “un milione di oppositori politici, 500.000 Rom, tantissime persone disabili, malati psichici, omosessuali”.
Tre elementi, ha detto il sindaco di Genova e della Città metropolitana, si intrecciano nella specificità di quanto è accaduto: “la modernità, dalle tecnologie all’organizzazione burocratica, messa al servizio di questa persecuzione estrema, l’antisemitismo che ha radici molto più lontane e contiene gli elementi intrinseci del razzismo, anch’esso con radici lontane, che si palesano in modo estremo nel XX secolo e la dittatura che calpesta ogni dignità umana, nega la parola e ogni libertà fondamentale delle persone e vuole la sistematica eliminazione fisica degli oppositori”. La legge che ha istituito il Giorno della Memoria “è molto importante e ci ricorda anche le leggi razziali del 1938 volute dal fascismo di Mussolini contro gli ebrei, prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale, coerenti con l’impronta razzista del fascismo che discriminò una componente dei cittadini italiani. Gli ebrei in Italia dovettero nascondersi per cercare non essere deportati e sterminati e di fronte a questa tragedia abbiamo tante testimonianze di comportamenti diversi nei loro confronti: c’era infatti purtroppo chi li tradiva e li vendeva per intascare le ricompense dei nazifascisti, mentre altri italiani, mettendo anche a rischio la propria vita, scelsero di aiutarli e nasconderli.”“Scelte opposte e come fu possibile scegliere allora lo è sempre anche oggi e diventa fondamentale perché sono gli esseri umani a determinare con le proprie scelte i percorsi della storia”.
“La memoria, perciò, ogni giorno ci fa ricordare e può farci dire concretamente no al razzismo e alla xenofobia in tutte le scelte quotidiane che possiamo compiere.” L’oratore ufficiale della Giornata, lo scrittore e storico David Bidussa, ha aperto il suo intervento ricordando Pateh Sahally, ragazzo del Gambia che pochi giorni fa “è morto nel Canal Grande di Venezia, rifiutando i salvagente e le corde. Forse aveva deciso che non ne valeva la pena, forse aveva ascoltato le parole intorno a lui. Teniamo a mente la sequenza e le parole, perché con quella realtà dobbiamo fare i conti.” Per anni, ha detto Bidussa, “abbiamo costruito la Giornata della Memoria usando un sistema commemorativo”.Però “per capire il percorso di disperazione di quanto accadde dobbiamo fare di più e ricordare che oggi della memoria sono protagonisti anche i ragazzi con meno di vent’anni e la loro generazione arriva a leggere le cose solo dopo aver fatto molto altro prima, vanno in cerca di parole dopo le immagini. Chiediamoci che tipo di emozioni possano provare, allora, guardando un film come Bastardi senza gloria”.“Se pensiamo – ha detto David Bidussa – che al centro della Giornata del 27 gennaio ci sia il genocidio, c’è qualcosa anche del nostro presente, non solo del passato per misurare con la memoria l’efficacia della nostra azione ora.”Quella di oggi deve essere quindi una giornata “non di rievocazione, ma di riflessione sul passato che riguarda noi”. Da ogni trauma della storia “si esce trovando la strada per non ripercorrere quelle tragedie. Però negli ultimi settant’anni la storia non ci ha dato codici operativi, in questo senso non ci ha insegnato niente per bloccare i genocidi.”
Non è vero, sostiene Bidussa, che se “noi avessimo visto forse avremmo potuto fermare gli stermini.”“Quello che accadde a Srebrenica fra il 9 e il 12 luglio 1995, con il massacro della popolazione musulmana, l’abbiamo visto in diretta in televisione, ascoltato per radio, ma poi abbiamo continuato tranquillamente la nostra vita.”“L’anno prima c’era stata la tragedia del Ruanda, con tre milioni di morti in due mesi, e poi dopo tante altre, dalla Cecenia ad Aleppo.” Di Auschwitz, di Sobibor simboli dell’abisso della Shoah “parliamo – dice Bidussa – perché in quel caso i carnefici hanno perso, ma non sempre è così e qualche volta, anche nel presente, vincono e governano per molto tempo.” Che si fa quando accade? L’oratore ha ripreso la risposta di Piotr Cywinski, direttore del Museo e del Memoriale di Auschwitz: “non illuderti che sia sufficiente prendere posizione, denunciare pubblicamente il tiranno totalitario. Questo potrebbe al più irritare il tiranno…ma non è certo questa la preoccupazione principale degli individui che stanno per morire o i cui figli moriranno presto nelle loro braccia. I Giusti delle Nazioni non scrivono lettere di protesta contro Hitler. Sii minimalista. Aiuta una persona. Solo una. Puoi sempre farlo. Fallo adesso.” Per Bidussa “la memoria è determinante per sapere anche come classificare i fatti di oggi, l’ordine gerarchico delle cose per cui impegnarsi” e in questo senso ha concluso “è così scorretto pensare di mettere accanto a una fotografia di Auschwitz quella del confine serbo-ungherese? Lascio la risposta a ognuno di noi.”
Alla Giornata della Memoria a Palazzo Ducale hanno portato il saluto istituzionale anche la vicepresidente della Regione Sonia Viale (“i miei nonni e bisnonni furono tra i pescatori che si adoperarono per aiutare le famiglie ebraiche a superare il confine e arrivare in Francia. Oggi ricordiamo le vittime di quella tragedia, tutti coloro che non sono più tornati e tutti i bambini mai diventati adulti perché ‘se comprendere è impossibile conoscere è necessario‘ come scrisse Primo Levi.”) e il prefetto di Genova Fiamma Spena (“rivolgo un saluto particolare ai ragazzi e agli studenti per il percorso che hanno fatto in questi mesi di avvicinamento ai temi dell’Olocausto e ai valori della Giorno della Memoria, per conoscere ciò che è accaduto e indignarsi per ciò che ancora accade in molte parti del mondo, anche non lontano da noi.”) La cerimonia si è conclusa con la premiazione delle scuole vincitrici del concorso “I giovani ricordano la Shoah” sul territorio metropolitano, degli studenti dell’Accademia Ligustica nel primo concorso “Giorno della Memoria” seguite dalla consegna delle medaglie d’onore del Presidente della Repubblica per i cittadini italiani deportati e costretti a lavorare nei lager nazisti e dalla consegna delle pergamene a tre nuovi “Eredi dell’Aned” .