L'appello

Riapertura Centrale Enel, gli ambientalisti insorgono: “Fatto gravissimo”

"Enormi danni per l'ambiente"

ENEL centrale carbone

Genova. La paventata riapertura delle centrale al carbone di Genova ha subito sollevato le preoccupazioni degli ambientalisti.

Per Legambiente il riavvio della centrale termoelettrica a carbone di Genova, ventilato da una sorta di “necessaria solidarietà energetica” verso la Francia, che ha ferme alcune delle proprie centrali nucleari e ha necessità di importare energia elettrica, è sbagliato e pericoloso.

“Si riattiva una sorgente tra le più inquinanti per la nostra città che da metà agosto 2016 aveva smesso di bruciare carbone e si allontana la sua dismissione – chiarisce Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – ci risulta infatti che il Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) e Terna considerino questa centrale strategica per la produzione energetica. I Paesi europei hanno una fitta rete elettrica interconnessa con cui potersi scambiare energia e prima di riavviare le centrali più inquinanti, che danneggiano ambiente e salute dei cittadini, si dovrebbero attivare quelle a produzione meno impattante”.

Sulla stessa linea d’onda è anche il Wwf, che commenta come un fatto gravissimo la possibile riapertura su richiesta del Ministero per lo Sviluppo Economico su segnalazione di Terna, con la scusa del venir meno dell’energia nucleare francese. “E’ una decisione gravissima – dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – che usa scuse rese risibili dalla enorme sovra capacità italiana: siamo in grado di produrre quasi 117 GW di energia elettrica a fronte del massimo picco di domanda interna di 60,5 GW. In realtà, si riapre al carbone dopo che erano venute prese di posizione e impegni formali per l’abbandono di questa fonte pericolosa sia per la salute che per l’ambiente e letale per il clima (produce 2 volte di più CO2 delle centrali a gas). La richiesta di riapertura di Genova si configura addirittura come una violazione del libero mercato, dal momento che Enel è diventata una SPA e ci potrebbero essere altri operatori interessati a soddisfare la domanda di energia francese o il mancato acquisto dell’energia nucleare d’oltralpe a fini speculativi (visto che viene rivenduta a caro prezzo e importata praticamente a costo zero, non perché ne abbiamo bisogno). Questa è una vicenda che certamente segnaleremo alla Unione Europea. La richiesta del MISE denuncia, oltretutto, che nel Nord Italia si è fatto e si sta facendo poco per le rinnovabili, mentre al Sud la situazione è migliore. In Liguria, ad esempio, il fotovoltaico non copre nemmeno il 2% del fabbisogno elettrico regionale”.

Ma i pareri negativi non finiscono qui. “Tutta l’operazione – spiega EveryOne Group- è frutto di accordi fra istituzioni e potentissime compagnie per l’energia elettrica. E’ un’operazione che si pone in contrasto con gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento e a tutela della salute del cittadino promossi dalle Nazioni Unite nelle Conferenze sul clima e dall’Unione europea, nonché dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il rapporto pubblicato da Health and Environment Alliance (HEAL), Climate Action Network Europe (CAN), WWF e Sandbag avverte come l’inquinamento da carbone e i suoi effetti sulla salute delle persone siano gravissimi e colpiscano ben oltre i confini nazionali. EveryOne Group si sta impegnando per evitare che la centrale riapra, riversando su Genova e su un’ampia zona attorno alla città nubi di sostante tossiche”.

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