Genova. “Abbiamo preso atto della volontà di questa giunta, a mezzo stampa e nonostante non siano mancate le occasioni di confronto, di procedere alla privatizzazione di parti della sanità ligure”. Inizia così la presa di posizione di Fp Cgil e Cisl Fp Liguria, che annunciano oggi con una nota lo stato di agitazione.
“In assenza, come è ormai consuetudine, di un progetto organico complessivo chiaro e coerente questa scelta è per noi fonte di profonda preoccupazione – scrivono i segretari Vladimiro Furini e Gabriele Bertocchi – sia per le ricadute che ciò inesorabilmente avrà sull’appropriatezza dell’offerta sanitaria all’utenza, sia per i disagi che inevitabilmente ricadranno su lavoratori già provati da anni di superlavoro e mancati turn-over, sia per le ripercussioni pesanti che subirà la parte di sanità che rimarrà pubblica. Ancora una volta si affronta la questione partendo dagli ospedali, privatizzandoli, senza partire dai bisogni di salute che si presentano sul territorio”.
Proclamato dunque lo stato d’agitazione del comparto sanità pubblica, “in previsione della definizione di ulteriori forme di lotta”.
Anche la UIL e la UILFPL ritengono che quanto avvenuto “sia un fatto grave” e chiedono “con urgenza un’interlocuzione diretta con il Presidente della Regione Liguria, dal quale abbiamo compreso l’attuale disponibilità in occasione degli incontri confederali della cabina di regia” per conoscere “come si tradurranno le scelte adottate che sicuramente ricadranno sui lavoratori già provati da anni di superlavoro e mancato turn over, con un contratto da rinnovare anche normativamente, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e un servizio sanitario efficiente,affidabile e di qualità”. Altro obiettivo è “la rappresentazione delle difficoltà relazionali che dall’insediamento ad oggi hanno contraddistinto il nostro percorso categoriale, ribadendo come tali difficoltà inaspriscono le relazioni sindacali anche sui punti su cui sarebbe anche possibile trovare convergenze”.