Genova. Un incontro “positivo per le premesse”. Così la Fiom genovese descrive l’incontro con il nuovo presidente dell’autorità portuale Paolo Signorini che questo pomeriggio ha incontrato Film, Fim e Uilm sulle aree ex Piaggio.
Al centro il bando che nei prossimi mesi l’autorità portuale dovrà disegnare per affidare in via definitiva le aree dopo la concessione temporanea alla Phase Motion Control, azienda di meccatronica avanzata da 25 milioni di euro di fatturato, e quasi 90 dipendenti. L’azienda, che ha una sede giudicata insufficiente in Valbisagno, per ora nelle aree adiacenti all’aeroporto di Genova ha collocato solo un magazzino in attesa di partecipare e possibilmente vincere l’affidamento definitivo.
In mezzo c’è però il futuro di almeno 90 lavoratori Piaggio Aero di Sestri ponente, in cassa integrazione da due anni e mezzo, che in base all’accordo di programma firmato a giugno 2014 (non firmato però dall’autorità portuale) dovrebbero essere riassorbiti da chi si insedierà in quelle aree.
La Phase avrebbe dato una disponibilità ad un certo numero di assunzioni, difficile però immaginare che possa assorbire tutta la manodopera in esubero. Per questo il discorso si fa più complesso e coinvolge in primis la Regione Liguria, il Comune di Genova e, non ultimo, il governo.
Da un lato quindi l’autorità portuale dovrà definire un bando che prevede anche l’assorbimento di parte dei lavoratori Piaggio, ma il discorso va allargato anche alle aree che sono ancora in mano all’azienda aeronautica di proprietà del fondo di Abu Dhabi. “Da un lato serve tempo – spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – per cui serve un prolungamento degli ammortizzatori sociali che scadono a settembre di quest’anno, dall’altro servono incentivi alle imprese che si insedieranno per assorbire il personale ex Piaggio Aero. Le aree dovrebbero essere acquisite dalle Regione tramite Filse, come a suo tempo promise l’ex governatore Burlando – e poi servono gli incentivi per le aziende” spiega il segretario della Fiom.
Un quadro complesso dove i tempi della ‘politica’ rischiano di scontrarsi con quelli di un’azienda come la Phase che ha bisogno di tempi certi per il suo trasferimento definitivo. “Abbiamo chiesto a Signorini un incontro informale con Phase – dice Manganaro – e insieme un tavolo con Regione e Comune per poi andare dal Governo con una proposta”.
In tutto questo resta l’incognita della stessa Piaggio Aero, con un nuovo piano industriale che forse c’è ma nessuno conosce e il timore che ricalchi l’ultimo, presentato a luglio, di lacrime e sangue. Ma l’incontro di oggi è stato comunque giudicato un passo avanti. “E’ evidente – spiega ancora Manganaro – che se le soluzioni non verranno individuate – torneremo in autorità portuale perché abbiamo ricordato al neo presidente che la concessione delle aree a Piaggio era subordinata a una crescita dell’occupazione, e quell’accordo non è stato rispettato”.